Dopo la Francia, anche la Germania ha recepito la direttiva europea abbassando l’Iva sulla filiera artistica a partire dal 2025. E l'Italia a che punto è? Restano sei mesi per adeguarsi e non ritrovarsi in una situazione svantaggiosa rispetto ai vicini europei. Il mercato dell'arte italiana, già poco concorrenziale, si ritroverebbe tagliato fuori.

Noi lo abbiamo ripetuto più volte, come si legge sul nostro articolo pubblicato lo scorso gennaio su Il Sole 24 ORE. Ma anche prima siamo invervenuti sulle opportunità di un abbassamento delle aliquote per sostenere un mercato altrimenti destinato a diventare insignificante. Lo abbiamo fatto attraverso i ruoli ricoperti nel tempo dal nostro socio Franco Broccardi all'interno di Angamc, Federculture, Consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili, e anche attraverso il Report sulla visibilità dell’arte contemporanea italiana all’estero che abbiamo presentato nel marzo 2022 all’allora ministro Franceschini. Nella speranza che l'attuale governo non faccia perdere una grande opportunità al nostro paese, rimandiamo all'articolo del Sole 24 Ore che spiega la questione.

Su Il Sole 24 Ore le proiezioni dello Studio Lombard DCA sull’Iva sull’arte al 5%
Dopo che la Francia ha adottato l’Iva al 5,5% su tutta la filiera dell’arte (a partire dal 1° gennaio 2025), anche in Italia si ipotizza quali sarebbero i pro e i contro per il mercato dell’arte. Su Il Sole 24 Ore di sabato 27 gennaio 2024, Franco Broccardi, partner