Arte e Capital Gain, le linee guida sugli intenti speculativi
Quando si applica la tassazione sul Capital Gain sulle cessioni di opere d'arte? La Corte di Cassazione ha definito i criteri per distinguere le tre figure di collezionista, speculatore occasionale e mercante d'arte. Su tale tema è intervenuto il nostro socio Franco Broccardi in un articolo pubblicato il 18 marzo 2023 su Il Sole 24 Ore, Arteconomy24, a firma di Marilena Pirrelli.
I criteri sono stabiliti tenendo conto dello scopo dell'acquisto, della durata del possesso, della frequenza e del numero delle transazioni, delle attività finalizzate alla vendita e delle motivazioni sottese all'alienazione. Se, in base a questi criteri, il cotribuente viene individuato come collezionista, la cessione non è sottoposta a tassazione. Se, invece, è qualificabile come mercante d'arte o speculatore occasionale, la plusvalenza è assoggettabile a Irpef; nel caso di mercante d'arte l'operazione rileva anche a fini Iva.
Definire quando si applica il Capital Gain sugli scambi d'arte è positivo per portare chiarezza. «Ogni mercato fiorente si basa su norme chiare e facili da applicare e verificare - spiega Franco Broccardi, commercialista dello Studio Lombard DCA -. Pur trattandosi di un assoggettamento a imposta si tratterebbe di una operazione gradita al sistema in quanto, al di là dell'aumento del gettito dello Stato, verrebbero meno i presupposti per i numerosi contenziosi con l'Agenzia delle Entrate sulla presunta "commercialità" di molte operazioni, si offrirebbe una certezza operativa e eliminerebbe la concorrenza sleale di taluni mercanti che si nascondono sotto il paravento di un collezionismo di facciata» conclude Broccardi.