di Franco Broccardi

Siamo felici che anche Assonime sia intervenuta nel dibattito sull’arte e la fiscalità, facendo proprie alcune delle proposte che da tempo andiamo proponendo per un miglioramento della fiscalità del mercato dell’arte, tra cui la regolamentazione della distinzione tra collezionista, mercante e speculatore. 

Già dal 2017 abbiamo proposto sulle pagine de Il Sole 24 Ore quanto indicato nel Position Paper dell’Associazione fra le Società Italiane per Azioni, così come sulla nostra rivista AES nel 2018 e, tra gli altri, attraverso ANGAMC, Federculture e la Fondazione dei Commercialisti abbiamo sollecitato interventi da parte della politica italiana a difesa del settore artistico.

Tanti sono, infatti, i temi sul tavolo oltre alla tassazione tra privati e le questioni IVA richiamate dal documento di Assonime come, ad esempio, la riforma del Art Bonus a favore dell’arte contemporanea, il differimento della tassazione in caso di reinvestimento di plusvalenze derivanti dalla cessione di opere in altre opere d’arte, la non imponibilità delle cessioni a musei, biblioteche e archivi pubblici, l’introduzione di incentivi a prestiti a favore di enti pubblici. Ci auguriamo che, visto che il fronte degli interessi si allarga, il governo, dopo tanti anni, finalmente risponda.