di Silvia Anna Barrilà

Risponde Andrea Maffei, CEO & founder di Agricola Bellaria

Da quando e in che modo la vostra azienda è attiva nel mondo dell’arte e della cultura?

L’arte è entrata in cantina perché prima di tutto è entrata nella mia vita. Alcuni anni fa ho costruito una casa a Forte dei Marmi e ho commissionato all’artista Michele Chiossi una scultura in marmo, un materiale che amo molto. Ha realizzato un billboard che raffigura la famosa fotografia con i letti disfatti di Félix González-Torres. L’abbiamo installata in giardino, ma successivamente l’abbiamo trasferita in azienda. In quel momento è nata la mia passione per l’arte contemporanea, che poi è cresciuta attraverso la frequentazione del mondo dell’arte e tanti amici, tra cui il collezionista napoletano Fabio Agovino.

Così ho iniziato ad invitare gli artisti in cantina. Il primo è stato Edoardo Piermattei. Stavo costruendo la bottaia, ma non ero convinto dalle proposte degli architetti. Poi ho visto un lavoro di Piermattei a Torino e ho deciso di affidare a lui la realizzazione della volta della bottaia. È stato tre mesi in azienda; all’inizio le maestranze erano scettiche, ma poi lui ha saputo inserirsi benissimo e conquistare la loro fiducia.

Era il 2020. Così è nata l’idea di un premio residenza, WineWise, e con Fabio Agovino abbiamo deciso di affiancare i Napoli Art Days, ospitando qui l’ultima giornata. Nelle edizioni successive sono stati ospitati in azienda Marta Ravasi e Pennacchio Argentato, che ha fatto un’installazione nel pigneto.

Quali sono i programmi in ambito artistico e culturale per quest’anno o nel prossimo futuro?

Continueremo a portare avanti il premio e ad ospitare in cantina la giornata conclusiva dei Napoli Art Days. Ma vorrei anche fare qualcosa di più, ma è qualcosa su cui dobbiamo ancora riflettere. C'è un borgo abbandonato nel centro storico del paese, che si sta completamente spopolando, dove ci sono case mezze distrutte, come sta succedendo a tanti piccoli borghi dell’Appennino. Vorrei fare degli interventi di riqualificazione insieme agli artisti, come ha fatto nelle Langhe la famiglia Ceretto con la cappella di David Tremlett, ma bisogna capirne la fattibilità.

Sarebbe bello mettere mano ad un edificio per volta, farlo interpretare da un artista ogni anno, valutare i vari progetti. Perché le installazioni nel vigneto e in cantina rimangono all'interno dell’azienda, mentre mi piacerebbe anche fare qualcosa di più per il territorio, lasciare qualcosa. Magari qualcuno potrebbe essere invogliato a tornare qui, o a trascorrere dei periodi di tempo, e sarebbe un modo per ripopolare il paese e farlo rivivere.

Seguite una politica di sostenibilità aziendale? Quali sono le vostre linee guida e azioni in questo senso?

Abbiamo un sistema di sostenibilità per le vigne e per l'agricoltura da quando abbiamo iniziato a produrre uva, infatti, siamo certificati dal Ministero con il sistema di lotta integrata, per il quale il sistema di allevamento delle uve avviene con integrazione di componenti aggiuntivi naturale, di origine minerale e non chimica, pertanto non c'è uno squilibrio ambientale, e infatti il simbolo della certificazione è l’ape, perché questo processo non impedisce, poi, alle api di avvicinarsi alle vigne e, soprattutto, non fa morire le api, salvaguardando tutto ciò che è l'ambiente della campagna.

Dal 2021, cioè da quando abbiamo la nuova cantina, abbiamo un riciclo delle acque piovane con una vasca di fitodepurazione che ci consente di accogliere le acque nere e fare un'integrazione di acque, purificando e riconvertendo le acque che utilizziamo per varie funzioni, evitando di prendere l'acqua dalla rete comunale.

A partire da aprile dovremmo avere un progetto di fotovoltaico di 35 kilowatt per cui diventeremo autosufficienti. Abbiamo partecipato a un bando che è denominato Agrisolare, è già approvato, stiamo decidendo a chi affidare l'appalto, per cui entro un mese, massimo due, avremo un impianto fotovoltaico che ci renderà praticamente tutto il fabbisogno energetico annuale.