di Silvia Anna Barrilà

Risponde Gregorio Gitti, proprietario di Castello di Perno, Chairman di Gitti and Partners Studio legale associato, Professore ordinario di Diritto civile all’Università degli Studi di Milano

Da quando e in che modo la vostra azienda è attiva nel mondo dell’arte e della cultura?

Da sempre. Persino la progettazione architettonica ha incorporato le idee e le opere di artisti che hanno contribuito a caratterizzare alcuni elementi iconici della nostra cantina, come ad esempio il cancello di ingresso (Untitled, 2023) disegnato da CCH, le fontane esterne e la prima sala degustazione di Maurizio Donzelli (Cartesio’s Drawings), la seconda sala degustazione (La natura delle cose) di Giorgio Bertelli, così come la bottaia è animata dalle presenze di cinque sagome (5 sagome, 2021) scolpite e dipinte da Alice Visentin che custodiscono di giorno e di notte il vino che affina negli anni.

Quali sono i programmi in ambito artistico e culturale per quest’anno o nel prossimo futuro?

Dal 2018 al 2024, sempre nel periodo autunnale di fine ottobre, abbiamo organizzato, con l’Associazione Castello di Perno Arti Contemporanee, mostre collettive e personali di artisti italiani e internazionali, giovani e grandi maestri, come Piero Gilardi, Enrico David, Monia Ben Hamouda, Namsal Siedlecki, Luca Staccioli.

Per il 2025 stiamo pensando invece ad una mostra dialogante tra tre nostri cari amici: Letizia Cariello, Maurizio Donzelli e, in veste di curatrice, Elena Re.

Abbiamo poi organizzato, in occasione del quarantesimo della scomparsa di Italo Calvino, dieci incontri animati da dieci studiosi di Calvino che ne analizzeranno i percorsi artistici, letterari e musicali.

Seguite una politica di sostenibilità aziendale? Quali sono le vostre linee guida e azioni in questo senso?

Sì, certamente. Abbiamo fin da subito scelto il regime BIO e più recentemente abbiamo optato per la certificazione, ancor più esigente, secondo lo schema SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata) che non solo si rivolge alla coltivazione delle uve e alla loro vinificazione, ma attiene anche all’intera organizzazione aziendale e alla selezione dei fornitori.

Ad esempio tutti i prodotti relativi all’ospitalità della nostra cantina sono somministrati dalle donne recluse nel carcere veneziano della Giudecca così come, attraverso la collaborazione con la Cooperativa sociale “Casa dello Spirito e delle Arti” che fa capo ad Arnoldo Mosca Mondadori, abbiamo inserito nel team di collaboratori della nostra azienda numerosi giovani reclusi nel carcere di Alba, che abbiamo formato e avviato ad un’attività professionale che possa essere segno di riscatto sociale ed esistenziale.