Gallery Climate Coalition Italy: l’impegno delle gallerie per ridurre l’orma ambientale
di Chiara Repetto
Che cos’è la Gallery Climate Coalition?
Gallery Climate Coalition (GCC) è una comunità internazionale di organizzazioni artistiche che lavorano per ridurre gli impatti ambientali del nostro settore.
L’obiettivo principale di GCC è facilitare una riduzione delle emissioni di CO2 e del settore di un minimo del 50% entro il 2030, oltre a promuovere la politica zero rifiuti. Sviluppiamo e condividiamo le migliori pratiche, forniamo leadership su questioni ambientali specifiche del settore e lavoriamo per sfruttare il potere collettivo dei nostri membri per ottenere cambiamenti sistemici.
In quanto ente di beneficenza registrato, non operiamo a scopo di lucro e tutti inostri strumenti e risorse sono forniti gratuitamente. Di conseguenza, GCC fa affidamento su donazioni volontarie per mantenere le operazioni.
Quando è nata l’associazione in Italia?
GCC è nata a Londra nell’ottobre 2020, poi si è estesa a Berlino, Los Angeles e, nel gennaio 2022, in Italia. New York sarebbe fondamentale, poiché più gallerie ci sono in uno stesso luogo, più è efficace la loro azione congiunta.
Quali sono gli elementi del mondo dell’arte più impattanti sull’ambiente?
Siamo sempre più consapevoli di quali siano le pratiche più dannose anche grazie al lavoro di Gallery Climate Coalition. Attraverso il calcolatore dell’impronta ecologica possiamo renderci conto di quali attività inquinano di più. Sicuramente i due elementi più impattanti sono i viaggi e i trasporti. Certamente nel nostro mondo non si possono eliminare del tutto, ma si possono applicare delle strategie per mitigarne gli effetti. Soprattutto nei trasporti delle opere è possibile grazie al principio del groupage. Inoltre, ci si può affidare a trasportatori che hanno requisiti di sostenibilità, e a questo proposito stiamo mettendo a punto una lista da fornire ai nostri soci. Per quanto riguarda i viaggi è più difficile essere sostenibili nel momento in cui si deve prendere un volo. Se non lo si può evitare, il consiglio è quello almeno di viaggiare in economy. Si sta cercando di diffondere la cultura per cui il viaggio non lo si deve fare per forza, e in questo il Covid ci è stato di aiuto, perché ci ha costretti comunque a lavorare da casa, trovando soluzioni creative per sopperire all’impossibilità di spostarsi.
Quali altri azioni concrete si possono intraprendere nell’attività quotidiana della galleria?
Ci sono tante piccole azioni attraverso le quali possiamo modificare i nostri comportamenti, per esempio, un’idea che GCC propone è che ogni galleria si doti di un piccolo “green team”, un gruppo di lavoro interno che studi i comportamenti migliori. Anche nel magazzino si può fare moltissimo, poiché gli imballaggi hanno un grande impatto sull’ambiente, ma si possono trovare materiali sostenibili e riutilizzabili che non comportano costi aggiuntivi. Anche in questo senso, GCC si prodiga a trovare fornitori e materiali sostenibili per i nostri soci per ciascuno dei luoghi in cui l’associazione ha sede.
Inoltre, abbiamo un’associazione che si occupa di off-setting a cui facciamo riferimento per riparare all’errore già fatto. In caso di partecipazione ad una fiera, per esempio, forniamo i dati riguardo a quante opere d’arte abbiamo inviato e quante persone hanno viaggiato, e la compagnia ci comunica quanto dobbiamo versare in termini economici per compensare. È vero che è come dare un pugno e poi chiedere scusa, però è un inizio.
Abbiamo naturalmente eliminato la plastica e anche sostituito il boccione dell’acqua con il depuratore dell’acqua. In alcuni casi, sembrano azioni circoscritte al nostro ambiente, ma credo che il mondo dell’arte possa dare l’esempio.
Chi sono gli artisti più attenti a questo tema?
Ce ne sono molti, uno è sicuramente Davide Balula, artista francese di base a New York, che è uno dei fondatori di un’altra associazione dedicata alla riduzione dell’impatto ambientale del mondo dell’arte chiamata Artists Commit, con cui GCC è connessa. Oltre al fatto che il suo lavoro sia direttamente connesso con la natura, è importante il lavoro di sensibilizzazione che lui fa rispetto all’impatto ambientale delle sue mostre e delle produzioni delle opere.
Anche l’italiano Loris Cecchini è un artista sensibile al tema, infatti, ha donato una sua opera in occasione della prima partecipazione di GCC Italia in fiera a Miart nel 2022, la cui vendita è andata a finanziare le attività dell’associazione.
Chi sono i vostri soci e partner?
Siamo ancora nella fase di formazione del gruppo, ma stiamo già facendo lobby, per esempio, stiamo facendo pressioni sulle fiere. Frieze è già a bordo, infatti, Victoria Siddall, ex-direttrice di Frieze, è già a bordo. Anche la fiera Miart è una grande sostenitrice del gruppo italiano. Art Basel è pure nostro partner e, infatti, quest’anno a Basilea ha installato distributori dell’acqua e borracce a tutti gli espositori. Si tratta di centinaia di bottigliette di plastica risparmiate. Siamo consapevoli di quanto muoviamo con una fiera. In un certo senso siamo un paradosso vivente, ma stare fermi e non fare niente non aiuta.
Chiara Repetto è socia della galleria Repetto Kaufmann con sede a Milano e New York. Laurea in lettere, master in editoria e un po’ di esperienze in case editrici e in un’agenzia letteraria, fino a che, nel 2005, inizia a collaborare con sua sorella, nella galleria aperta nel 2000, allora Galleria Francesca Kaufmann. Socia
dal 2007, nel 2013 si trasferisce a New York, dove aprono la succursale americana della galleria Repetto Kaufmann prima a Chelsea e ora, dal 2019, a Tribeca.