Il 25 settembre 2024 entra ufficialmente in vigore il Decreto Legislativo che attua “CSRD-Corporate Sustainability Reporting Directive” comunitaria, relativa alla rendicontazione societaria di sostenibilità. La CSRD è entrata in vigore nel gennaio del 2023 sostituendo la precedente “Non Financial Reporting Directive – NFRD” e riguarda l’obbligo di rendicontazione, da parte delle imprese, delle proprie politiche ESG e il loro impatto in ambito sociale, ambientale e di governance ponendosi come obiettivo principale quello di consentire ad investitori, consumatori e stakeholder di qualsiasi natura, di comprendere le prestazioni di sostenibilità delle società in modo tale da poterne valutare impatti, rischi e benefici correlati.

Il nuovo Decreto apporta importanti novità in materia di contenuti di rendicontazione, modalità e tempistiche e si applica a:

Per quanto riguarda il contenuto di rendicontazione, il nuovo Decreto impone alle società in questione di riportare informazioni relative a:

  • strategie messe in atto dall’azienda in relazione alle opportunità e agli eventuali rischi legati alle questioni di sostenibilità;
  • descrizione dei piani finanziari e di investimento attuati e rivolti ad una transizione verso un’economia sostenibile in linea con gli standard internazionali ed in particolare con l'Accordo di Parigi nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici;
  • obiettivi qualitativi e quantitativi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra in un orizzonte temporale di lungo periodo;
  • una descrizione del ruolo degli organi di amministrazione, gestione e controllo incaricati in ambito di sostenibilità;
  • procedure di due diligence;
  • informazioni relative i principali impatti negativi, effettivi o potenziali legati alle attività dell’impresa e alla sua catena del valore;
  • descrizione dei principali rischi per l’impresa connessi alle questioni di sostenibilità e le modalità di gestione di tali rischi.

La rendicontazione avviene in modalità individuale o consolidata. In entrambi i casi tutte le società sono chiamate ad includere in un’apposita sezione della relazione sulla gestione le informazioni sopracitate, essenziali a comprendere quali sono gli impatti della società stessa in termini di sostenibilità e come questi influiscono sul suo andamento e sui suoi risultati. In caso di rendicontazione consolidata le informazioni da inserire vengono redatte dalla società madre.

Si precisa che tutte le società sono tenute a adottare un unico standard di rendicontazione, l’ESRS (European Sustainability Reporting Standard), al fine di garantire una maggiore comparabilità tra le disclosure ad eccezione delle PMI quotate, per le quali saranno adottati specifici standard in relazione alle proprie specifiche caratteristiche ed esigenze.

Infine, un’altra importantissima novità del Decreto riguarda il fatto che la rendicontazione di sostenibilità, sia individuale che consolidata, deve essere attestata da un revisore legale (o da una società di revisione) che può coincidere con quello incaricato della revisione contabile. Il revisore ha il compito di esaminare la rendicontazione per garantire il rispetto degli standard richiesti e produrre un’attestazione formale di conformità alle normative vigenti, accompagnata da un’analisi dettagliata delle dichiarazioni sulla sostenibilità. Rendicontazione di sostenibilità e attestazione di conformità devono essere pubblicate sul sito internet della società.

Arianna Bernasconi