La cultura è uscita dalla crisi del Covid
di Sara Rivolta
Segnali positivi per il settore culturale, che sembra uscito dalla crisi del Covid. È quanto emerge da vari report presentati in questa prima metà di luglio, pubblicati da diversi soggetti, quali Impresa Cultura Italia-Confcommercio, Federculture e Siae.
Lo studio di Confcommercio, svolto tramite il suo Osservatorio e SWG, fotografa la situazione dal 2019 all’autunno del 2023, mostrando quindi l’evoluzione pre e post Covid. Dopo l’arresto durante la pandemia, nel 2022-23 sono ripresi i consumi culturali a velocità diverse per i vari settori. Gli audiovisivi hanno mostrato il cambiamento più sostanziale, soprattutto, per quanto concerne la crescita della Tv a pagamento e i servizi di streaming on-demand. Questo sviluppo non va a svantaggio del cinema che continua a rappresentare per il pubblico un’esperienza coinvolgente ed emozionante.
In lenta ripresa anche il consumo di libri, mentre soffrono i quotidiani. Dopo un’impennata durante il periodo pandemico, giustificata dall’esigenza di informazione, attualmente solo il 15% degli italiani legge il giornale, mentre la stragrande maggioranza si informa tramite siti gratuiti.
Gli eventi dal vivo, come il cinema, hanno sofferto gravemente durante il Covid, ma anche qui c’è stata una ripresa a velocità diverse a seconda delle tipologie. Musei e siti archeologici, grazie agli ingressi contingentati, si sono ripresi più velocemente, mentre più lenta è stata la ripresa di spettacoli e concerti che, però, poi, hanno raggiunto picchi pre-Covid e un aumento della spesa media.
Il teatro mostra un’evoluzione rispetto al passato: non si sceglie più l’abbonamento, ma si preferisce il consumo occasionale, secondo la logica on-demand.
Anche secondo il rapporto di Federculture la cultura è uscita dagli anni bui del Covid. Dopo lo stop del 2020-21, il 2022 è stato l’anno della ripresa, mentre il 2023 è stato l’anno del consolidamento di questa tendenza. Infatti, la spesa media mensile in cultura, ricreazione e sport delle famiglie è stata di 101,27 euro contro i 91,94 del 2022, con un aumento del +10,1%. Rimane, però, un divario regionale, con la spesa media al nord che si attesta a 122,8 €, mentre al centro scende a 117,8 € e al sud a 58,7 €. È cresciuta anche al partecipazione, soprattutto, per quanto riguarda i concerti, ma anche il teatro (+63%), i concerti classici (+50%), i musei e le mostre (+44%), i siti archeologici e i monumenti (+43%). L’indicatore della partecipazione culturale si attesta al 35,2%, in aumento rispetto al 2022 (+12%), tornando per la prima volta a livelli pre-pandemia.
Positivo anche lo stato degli investimenti in cultura, sia a livello pubblico che privato tramite l’Art Bonus. Il 2023 è stato l’anno in cui si è raggiunto l’importo annuale e il numero di erogazioni più alto tramite questo strumento, con oltre 121 milioni di €.
Infine, la Siae ha pubblicato il suo Rapporto 2023 su Spettaolo, Intrattenimento e Sport, da cui emerge che nell’anno passato ci sono stati più eventi (3,5 milioni, +15% sul 2022), più spettatori (quasi 265 milioni, +30% sul 2022), più luoghi di spettacolo (116.681, +14% sul 2022) e la spesa più alta di sempre (4,2 miliardi, +37% sul 2022). Dati positivi per un 2024 che si prospetta ricco di cultura.