La finanza d’impatto tra profit evoluto e non-profit imprenditoriale
di Marco Gerevini
Introduzione
Tradizionalmente, gli operatori del mondo profit e non profit sono sempre stati molto distanti tra loro per modelli di attività e, soprattutto, per obiettivi e priorità.
In particolare, con riferimento all’approccio agli investimenti, hanno spesso operato su versanti opposti: da un lato la finanza tradizionale, alla ricerca della massimizzazione dei rendimenti finanziari - senza valutarne i possibili impatti ambientali o sociali - e dall’altro la filantropia, impegnata a ottenere il massimo beneficio sociale dall’utilizzo delle proprie risorse a fondo perduto.
Gradualmente, nel corso degli ultimi decenni, hanno iniziato a delinearsi alcuni approcci di investimento che si sono collocati a un livello intermedio tra i due estremi, facendo progressivamente convergere in uno spazio condiviso una parte del mondo profit e una parte di quello non profit.
Sul versante della finanza tradizionale è emersa la pratica degli investimenti socialmente responsabili (“SRI”), ovvero di un approccio finanziario che iniziava a considerare, oltre alle valutazioni di rischio e rendimento, anche le possibili ricadute sociali e ambientali degli investimenti.
Sul versante della filantropia, in una prima fase su iniziativa della Ford Foundation, nacquero negli anni ’60 del XX secolo i cosiddetti “program-related investments” che integravano l'uso di strumenti di erogazione liberale con prestiti a basso interesse per finanziare programmi di riqualificazione urbana e di edilizia abitativa accessibile. Durante i decenni successivi, simili programmi iniziarono ad attrarre numerosi investitori in tutto il mondo che, di fatto, sono stati i precursori dei moderni investitori a impatto.
Tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000, alcuni investitori tradizionali iniziarono a ricercare attivamente opportunità di investimento selezionate sulla base di considerazioni sociali o ambientali, sia per rispondere alle sensibilità delle nuove generazioni, sia alle crescenti richieste del mercato. Iniziarono, così, a svilupparsi i cosiddetti investimenti “sostenibili”.
Dall'intersezione tra i “program-related investments”, ideati nel mondo della filantropia, e gli investimenti sostenibili, sviluppati nel mondo profit, è nato il concetto di “investimento a impatto”. Rispetto agli investitori socialmente responsabili o sostenibili, quelli a impatto hanno caratteristiche differenti, in virtù dell’esplicita intenzione di allocare attivamente capitali in imprese o progetti che perseguano l'obiettivo primario di generare valore sociale, ambientale o culturale.
Oggi esiste un terreno comune, popolato da imprese for profit responsabili e da imprese sociali con modelli economicamente sostenibili dove il Secondo Settore “evoluto” incontra il Terzo Settore imprenditoriale.
Questo è l’ambito in cui intervengono e operano gli investitori a impatto. Le attività in cui investono devono essere economicamente sostenibili e garantire un ritorno economico, che è spesso inferiore rispetto a quello di un investitore tradizionale, perché non intende estrarre quanto più valore finanziario possibile da un investimento, quanto piuttosto generare quanto più valore sociale possibile.
In sintesi, nella valutazione di un investimento, mentre l’investitore tradizionale valuta principalmente il rapporto rischio/rendimento, l’investitore “a impatto” aggiunge una terza dimensione all’analisi e valuta il rapporto rischio/rendimento/impatto.
L’esempio dell’Housing Sociale
Un esempio su tutti è il settore dell’housing sociale italiano, un settore tradizionalmente presidiato dalle cooperative, con un modello di successo molto consolidato, ma con difficoltà nell’attrarre risorse aggiuntive da parte di investitori istituzionali.
Verso la fine degli anni ’90, il mondo delle fondazioni, con Fondazione Cariplo in testa, ha iniziato a studiare un nuovo modello di intervento che fosse in grado di ampliare l’offerta di alloggi sociali già presente sul mercato e di suscitare l’interesse di nuovi investitori.
Fu quindi creata una fondazione di scopo, Fondazione Housing Sociale, con la missione di sperimentare soluzioni innovative per la strutturazione, il finanziamento, la realizzazione e la gestione di iniziative di edilizia sociale economicamente sostenibili. Alla costituzione hanno partecipato anche Regione Lombardia e ANCI Lombardia, a rimarcare la natura di partnership pubblico – privata del progetto.
Al termine di un periodo di studio e in seguito al successo delle prime sperimentazioni, nel 2009 venne creato un sistema integrato di fondi immobiliari “etici” in grado di realizzare interventi di housing sociale su tutto il territorio nazionale, con 3 miliardi di euro raccolti principalmente tra investitori istituzionali.
Il programma è stato disegnato con l’obiettivo di incrementare l’offerta abitativa dedicata alle categorie di popolazione con un reddito incompatibile con l’edilizia popolare, ma non in grado di soddisfare le proprie esigenze abitative sul mercato tradizionale.
Il programma, oggi gestito da CDP Real Asset SGR SpA, ha l’obiettivo di realizzare 20.000 alloggi sociali e 7.000 posti letto per studenti in tutta Italia ed è uno dei programmi di impact investing di maggiori dimensioni a livello internazionale.
Nell’ambito della finanza “a impatto” le fondazioni di origine bancaria stanno svolgendo un ruolo fondamentale. Per loro, infatti, la proposta dell’impact investing è molto interessante. Non è da considerare come un’alternativa, una sostituzione rispetto al grant, ma è piuttosto un’opportunità complementare, che può agire come un moltiplicatore dell’impatto delle donazioni e può “far risparmiare” grant nei casi in cui i modelli di attività dei beneficiari abbiano caratteristiche di sostenibilità tali da poter ricevere un investimento, permettendo inoltre, una volta rientrati dall’investimento stesso, di poter riutilizzare le risorse per sostenere ulteriori iniziative.
È anche importante sottolineare che, in certe situazioni, utilizzare l’investimento in alternativa al grant può essere più efficace per l’accompagnamento dei beneficiari e l’evoluzione del loro modello di attività verso logiche più imprenditoriali.
In altri casi, grant e impact investing possono anche essere visti come complementari dal punto di vista temporale, con il grant che interviene nella fase iniziale, più rischiosa, dello sviluppo di un’iniziativa e l’investimento a impatto che subentra in un secondo tempo, anche con possibili meccanismi di ibridazione con il grant stesso.
L’esperienza di FSVGDA
Le origini
La Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore (la “Fondazione o “FSVGDA”) nasce nel 2017 sotto l’impulso di Fondazione Cariplo, nel solco dell’eredità patrimoniale e dell’esperienza maturata da due storiche realtà filantropiche: Fondazione Opere Sociali – istituita negli anni ’50 per offrire servizi assistenziali agli anziani e formazione scolastica ai giovani – e Fondazione Giordano Dell’Amore – nata negli anni ’60 a Milano, come Centro per l’Assistenza Finanziaria ai Paesi Africani (Finafrica), per volere del prof. Giordano Dell’Amore (1902-1981), economista, banchiere, politico e accademico italiano, presidente della CARIPLO - Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde - e rettore dell’Università commerciale Luigi Bocconi.
L’avvio dell’attività di FSVGDA è avvenuto all’interno del programma Cariplo Social Innovation, (10 MLN di euro in 3 anni), con l’obiettivo di stimolare la crescita dell’imprenditoria sociale in Italia e contribuire a ridurre il deficit di innovazione ed efficienza nei settori del welfare e delle politiche culturali e ambientali.
La missione della Fondazione si traduce a livello operativo nello sviluppo di quattro attività integrate e orientate al rafforzamento dell'ecosistema dell’impact investing: istituzionale, di promozione e divulgazione dei princìpi e dei valori dell’impact investing, di capacity building, di investimento e di advisory.
Il modello di intervento della Fondazione consente di agire contemporaneamente sui versanti della domanda e dell’offerta di capitale, supportando la crescita di imprenditori e iniziative imprenditoriali che hanno l’obiettivo di rispondere alle diverse sfide sociali, ambientali e culturali attraverso idee e modelli di intervento economicamente sostenibili, innovativi e ad alto impatto.
Attività di capacity building
Il settore dell’impact investing opera in un ambito in cui risulta ancora esigua la presenza di modelli di intervento capaci di generare valore sociale in modo economicamente sostenibile.
Partendo da questa consapevolezza, le attività di capacity building, advisory e investimento promosse da FSVGDA sono indirizzate non solo a imprese strutturate, ma anche a iniziative imprenditoriali meno mature o in fase embrionale, al fine di consentirne una crescita di competenze, orientata all’investibilità. Un obiettivo che la Fondazione persegue principalmente attraverso Get it!, il programma di capacity building e impact investing, realizzato in partnership con Cariplo Factory, rivolto a idee e start-up in grado di offrire soluzioni innovative e sostenibili alle crescenti sfide sociali, ambientali e culturali.
Get it! è un programma che permette, al tempo stesso, di agire (i) sul capacity building degli imprenditori, (ii) sul supporto alla rete di incubatori e acceleratori italiani con particolari competenze sul tema dell’impatto, (iii) sul coinvolgimento di soggetti (e.g. advisors e consulenti) normalmente attivi nel settore profit e (iv) sull’offerta di capitale paziente a sostegno delle migliori iniziative.
Nel corso degli anni, FSVGDA ha anche realizzato, con numerosi partner, programmi di capacity building specifici per particolari settori o territori come, ad esempio, “Get it! Twice”, per il trasferimento tecnologico di soluzioni innovative nel settore welfare e healthcare, “Get it! for Innovamusei”, a supporto dell’ecosistema museale attraverso partnership tra musei e imprese creative e culturali con soluzioni innovative, “Get it! for LaCittàIntorno”, a supporto di imprese a impatto sociale attive nel quartiere di Corvetto a Milano, “Progetto Eco, Economia di Comunità”, per il rilancio dell’occupazione green dei territori e il rafforzamento delle reti territoriali, “ICC per Innovacultura”, per sostenere istituti e luoghi della cultura nello sviluppo di competenze e nel ripensamento delle proprie attività e “InnovaWelfare”, a supporto dello sviluppo di iniziative imprenditoriali che prevedono di innovare le risposte di welfare.
A oggi, nell’ambito del programma Get it!, FSVGDA ha analizzato oltre 1.500 startup e idee, sostenuto 150 percorsi di incubazione e accelerazione, riconosciuto oltre 1 milione di euro alla rete di incubatori e acceleratori e investito in 24 startup a impatto.
Nel corso degli ultimi anni, la Fondazione ha sviluppato anche il programma “Impact Your Talent”, in collaborazione con SDA Bocconi, che ha permesso la formazione di 70 imprenditori sui temi della finanza a impatto.
Attività di investimento
La Fondazione adotta un approccio istituzionale all’impact investing: l’attività di investimento è finalizzata allo sviluppo del settore, al rafforzamento della domanda e alla crescita dell’offerta di capitale paziente, cercando anche di sperimentare modalità innovative di intervento.
Nella definizione della Fondazione, l’impact investing si distingue in modo sostanziale dalle altre categorie di investimenti “sostenibili”. La principale discriminante utilizzata per distinguere i due approcci agli investimenti riguarda l’impatto generato: nel primo caso la generazione di impatto è “incidentale”, ovvero un effetto indiretto dell’attività economica svolta dalla società oggetto di investimento, mentre nel secondo caso la generazione di impatto è “intenzionale”, ovvero l’obiettivo stesso dell’attività svolta.
Gli investimenti SRI e ESG sono tradizionalmente orientati verso asset liquidi come azioni e obbligazioni, caratterizzati da possibilità di importi elevati e ampia disponibilità di informazioni. Da un punto di vista dimensionale, questa categoria comprende la parte più sostanziale degli investimenti sostenibili.
Gli investimenti più propriamente “impact” riguardano più frequentemente forme di investimento come il venture capital e il private equity.
A sua volta, la nicchia più ristretta dell’impact investing “impact first” è caratterizzata da iniziative più socialmente orientate e dalla presenza di molti soggetti del Terzo Settore, con aspettative di rendimento limitate, ma importanti prospettive di generazione di impatto. La Fondazione opera in questo ambito.
I requisiti che la Fondazione considera nell’identificazione di un investimento a impatto sono:
• l’intenzionalità, ovvero la volontà esplicita dell'imprenditore di rispondere a bisogni di natura sociale, ambientale o culturale;
• la misurabilità, riferita alla definizione di metriche che permettano all'investitore di individuare ex ante obiettivi di impatto specifici, monitorarli costantemente e misurarli ex post;
• l’addizionalità, intesa come capacità dell’operazione di investimento di intervenire in aree di fallimento di mercato, sottocapitalizzate e spesso poco attraenti per i tradizionali operatori di mercato, con particolare attenzione ai livelli di innovazione e accessibilità in termini di fruizione-prezzi-distribuzione del prodotto/servizio commercializzato;
• il rendimento minimo, con riferimento alla necessità di remunerare il capitale investito, anche accettando consapevolmente ritorni inferiori alla media di mercato.
La Fondazione investe tipicamente in fondi, imprese e start-up innovative, sostenibili e ad alto impatto sociale, culturale o ambientale, con partecipazioni di minoranza in equity e con obiettivi di rendimento calmierati su orizzonti temporali medio-lunghi. In funzione della forma giuridica delle società che si candidano per un investimento, del loro stadio di sviluppo e delle caratteristiche del loro modello di attività, FSVGDA ricorre anche a strumenti ibridi o a strumenti finanziari partecipativi.
È importante sottolineare che, nella selezione delle iniziative, FSVGDA adotta una definizione ampia di “imprenditoria sociale” che comprende: soggetti non profit (e.g. cooperative e imprese sociali), ibridi (e.g. SIAVS, Società Benefit, B-Corp) e profit (e.g. start-up innovative o altre società di capitali), purché “a impatto”.
L’approccio adottato da FSVGDA prevede l’ingresso nel capitale della società (in varie forme) per poi uscirne, una volta raggiunto l’equilibrio economico e finanziario. Questo meccanismo consente quindi di rimettere in circolo il capitale utilizzato, per poter sostenere nuove iniziative.
Una dimensione fondamentale nel processo di investimento è quella relativa alla misurazione dell’impatto generato. A questo scopo, la Fondazione si è dotata di un team di specialisti, con esperienze consolidata sui temi della pianificazione strategica, del monitoraggio e della misurazione dell’impatto: l’Evaluation Lab.
L’Evaluation Lab analizza e valuta l’impatto di ogni progetto imprenditoriale che la Fondazione realizza con l’applicazione della “teoria del cambiamento”. Attraverso la definizione di un quadro logico in grado di esplicitare i cambiamenti che l’iniziativa vuole generare (outcome) e di illustrare la strategia che i promotori intendono adottare per raggiungere gli obiettivi di cambiamento dichiarati, vengono individuati e quantificati gli indicatori che saranno monitorati durante il periodo di investimento e che sono le precondizioni affinché si possa produrre il cambiamento finale auspicato.
Il raggiungimento degli obiettivi di impatto definiti in sede di accordo di investimento può determinare il rilascio di nuove tranche di investimento da parte della Fondazione o portare la Fondazione a rinunciare a parte del rendimento finanziario a fronte di un maggior impatto sociale raggiunto.
Nel corso degli anni, la Fondazione, oltre alla sua tradizionale attività di investimento trasversale a tutti i settori ha lanciato, con il supporto di F. Cariplo, programmi di investimento per settori specifici, come Impact4Coop, a sostegno del settore cooperativo, e Impact4Art, per favorire la crescita e lo sviluppo delle migliori realtà a impatto che operano nel settore artistico e culturale.
A oggi, FSVGDA ha investito circa 12 milioni di euro in 4 veicoli e 55 società. Di queste, 29 in ambito welfare, 16 arte e cultura, 8 ambiente, 2 ricerca scientifica. 16 sono cooperative sociali, 3 imprese sociali, 3 società di capitali for profit e 33 startup.
Advisory
Il team della Fondazione è composto da professionisti con consolidata esperienza in ambito finanziario che permettono alla Fondazione di strutturare operazioni finanziarie complesse e di sostenere le imprese "a impatto" con attività di advisory per operazioni di finanza straordinaria, per la definizione di business plan e delle strategie di finanziamento, per l'identificazione della migliore struttura di capitale, etc.
Alcuni esempi di queste operazioni riguardano la strutturazione di meccanismi di garanzia che permettono l’erogazione da parte di Intesa Sanpaolo di finanziamenti agevolati: (i) l’operazione “Sostegno al Terzo Settore”, sostenuta da Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo, CSVnet Lombardia, Fondazione ONC, Cooperfidi Italia e Fondazione Peppino Vismara, e (ii) l’operazione “Futuro Aggiunto”, sostenuta da Fondazione Compagnia di San Paolo e Cooperfidi Italia.
Anche il già citato Evaluation Lab della Fondazione offre a soggetti esterni i propri servizi, che sono riconducibili a due principali categorie di attività: (i) la pianificazione strategica, ovvero analisi, ricerca e consulenza per sostenere la pianificazione strategica di fondazioni, fondi, ed enti del terzo settore nel concepimento e nella gestione di programmi, investimenti e progetti e (ii) la valutazione degli stessi attraverso attività di rendicontazione, monitoraggio e stima degli effetti.
Sperimentazioni
Sempre nell’ambito della sua attività di impact investing, FSVGDA sta sperimentando alcuni strumenti finanziari innovativi:
• l’Impact Grant, uno strumento finanziario ibrido che si colloca a cavallo tra grant ed equity, creando un «ponte» tra risorse filantropiche e di investimento, e che permette di trasformare una quota parte dell'investimento in grant, in caso di raggiungimento di obiettivi di impatto sociale pre-concordati.
L'obiettivo è incentivare il raggiungimento degli obiettivi di impatto e, al tempo stesso, rafforzare il capitale del beneficiario, con evidenti vantaggi sul suo profilo di rischio e sulla sua capacità di accedere ad altre forme di finanziamento e di attrarre nuovi investitori e finanziatori.
La prima operazione in cui è stata sperimentata questa struttura innovativa, con il supporto dell'ufficio legale di Confcooperative, dello Studio PedersoliGattai e di Milano Notai, è l'investimento nella Cooperativa Sociale Vesti Solidale, che ha come missione l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate e in condizioni di fragilità economica. L'investimento, perfezionato a dicembre 2022, è stato realizzato attraverso la sottoscrizione di 200mila euro in azioni di finanziamento standard e 100mila in azioni di finanziamento “auto-estinguibili” il cui importo, al raggiungimento di alcuni obiettivi di impatto sociale concordati, sarà destinato a riserva indivisibile e non distribuibile della Cooperativa, trasformandosi quindi, di fatto, in un contributo a fondo perduto.
• L’Income Share Agreement, in partnership con Fondazione Vodafone, Fondazione Accenture e The Human Safety Net, uno strumento finanziario di “investimento” già presente nei mercati anglosassoni ma non ancora in Italia, per permettere agli studenti di ottenere le risorse necessarie per frequentare corsi di formazione, con l’impegno a rimborsare una percentuale fissa del loro reddito futuro solo nel caso in cui trovino lavoro, con un rimborso massimo previsto dal contratto. Non è un finanziamento, ma un vero e proprio investimento “nello” studente, con cui si condivide il rischio della sua carriera professionale.
La piattaforma “Talents Venture”, gestita da Talent Services, ha erogato a oggi oltre 1,5 milioni di euro a più di 350 studenti, molti dei quali hanno già restituito gli importi messi a loro disposizione, permettendo così ad altri studenti di beneficiare del sostegno della piattaforma.
Recenti sviluppi
Nel novembre 2024, La Fondazione ha lanciato, in partnership con F. Cariplo, “GDA Impact”, un nuovo programma di investimenti a impatto di oltre 60 milioni di euro.
L’iniziativa ha l’obiettivo di sostenere l’offerta di capitali a favore di start-up, imprese e veicoli attivi nell’ambito dell’economia sociale italiana. GDA Impact opererà secondo un modello di tipo “impact first”, per privilegiare e massimizzare la generazione di un impatto positivo.
Il nuovo programma di investimenti è caratterizzato da alcuni elementi distintivi, che lo rendono particolarmente innovativo e adatto alle iniziative a impatto: (i) priorità alla generazione di impatto sociale, (ii) attesa di rendimenti contenuti (2% + inflazione) e (iii) orizzonte temporale di lungo periodo (fino a 20 anni).
GDA Impact intende realizzare investimenti in iniziative che rispondono a bisogni sociali, ambientali e culturali, adottando modelli di attività economicamente sostenibili e adeguati strumenti di misurazione.
Con GDA Impact, la Fondazione amplia la gamma di strumenti a sua disposizione nello spazio tra filantropia e finanza. Dagli strumenti ibridi più vicini alla filantropia, come l’Impact Grant, ai programmi di capacity building e investimento, come Get it!, alle iniziative sostenute con meccanismi grant to equity, fino all’attività di investimento di GDA Impact, appunto, sostenuta da risorse patrimoniali “mission connected” di Fondazione Cariplo.
Inoltre, con il nuovo modello di intervento, la Fondazione cerca di venire incontro ad alcune delle principali esigenze dell’economia sociale italiana: disponibilità di capitale molto paziente a costo ridotto, in grado di valorizzare prioritariamente la dimensione dell’impatto generato.
A oggi, quindi, Fondazione Social Venture Giordano Dell'Amore può disporre di una serie di strumenti di investimento a sostegno di iniziative a impatto nelle varie fasi del loro sviluppo:
Riflessioni conclusive
FSVGDA opera in un’area che sta diventando sempre più ampia, e che comprende il Terzo Settore imprenditoriale e quella parte del Secondo Settore, del mercato, sensibile ai temi della sostenibilità e della responsabilità sociale.
La stessa riforma del Terzo Settore, con l’introduzione della disciplina dell’impresa sociale, aiuta a sfumare il confine tra Secondo e Terzo Settore.
Si stanno infatti sempre più diffondendo approcci ibridi, nei quali il termine “profit” non è più una discriminante. Il vero riferimento è il beneficio generato. Un valore, al tempo stesso, economico, finanziario, sociale e ambientale, la cui distribuzione avviene equamente tra tutti i portatori di interesse: investitori, dipendenti, clienti, fornitori, cittadini, comunità coinvolte, etc.
Questa progressiva contaminazione sta favorendo la sperimentazione di nuovi strumenti e nuove soluzioni.
Al fine di poter proseguire con successo i questa direzione, resta necessario (i) continuare a rafforzare la domanda, attraverso un’attività di capacity building che permetta un irrobustimento delle competenze imprenditoriali e manageriali degli enti, anche attraverso un accompagnamento nel percorso di crescita e (ii) sviluppare e strutturare strumenti finanziari adatti alle esigenze dei soggetti che operano nell'ambito dell'economia sociale, in termini di rendimento, durata, flessibilità e legame con la dimensione dell'impatto. Infatti, misurare rigorosamente l’impatto generato dalle iniziative è un’azione fondamentale per “qualificare” il rendimento finanziario e così compensare, insieme alla riduzione di rischio, il minor rendimento, spesso inevitabile per proteggere la prestazione sociale.
In tal senso, è necessario preservare l’integrità dell’impact investing che, rispetto ai più diffusi approcci di tipo ESG, rappresenta “l’area Ricerca & Sviluppo” della finanza responsabile. Ne è la frontiera più avanzata, più innovativa e, potenzialmente, più trasformativa.
La speranza è che l’impact investing diventi sempre più il modo “normale” di realizzare investimenti e contribuisca a cambiare le radici profonde dell’agire economico.
Marco Gerevini è attualmente Consigliere Delegato di Fondazione Housing Sociale e di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, fondazioni create da Fondazione Cariplo con la missione, rispettivamente, di promuovere il settore dell’housing sociale e di supportare la crescita della cultura e del mercato degli investimenti a impatto in Italia. In precedenza, è stato responsabile dell’attività di M&A e Corporate Finance in Italia per The Royal Bank of Scotland.