Clizia Cacciamani e Dario Natali

Nel mondo del design e della creatività esiste una linea sottile che separa un semplice oggetto d’uso quotidiano da un'opera d'arte. Tale distinzione non è solo una questione estetica o concettuale, ma comporta significative implicazioni legali in termini di protezione dei diritti.

Questo articolo mette in luce il processo mediante il quale un oggetto di design può trasformarsi in un'opera protetta dal diritto d'autore, ottenendo una tutela molto più ampia rispetto a quella garantita dalla semplice registrazione del disegno. Questa evoluzione non solo riafferma il valore artistico e culturale del design, ma solleva anche questioni complesse riguardanti i criteri di valutazione dell'originalità e dell'unicità, cruciali per la definizione legale di "opera d'arte".

In questa analisi ci occuperemo di due casi emblematici: la lampada Arco di Achille Castiglioni e lo spremiagrumi Juicy Salif di Philippe Starck. Entrambi emergono non solo come icone di stile, ma anche come simboli della complessa relazione tra creatività e tutela legale.

Questi oggetti trascendono la loro materialità per incarnare veri e propri studi di caso nell'ambito della protezione dei diritti d'autore ed è utile comprendere il percorso di legittimazione che li ha visti passare da nuovi prodotti di design ad opere protette dal diritto d'autore. Questo processo non è stato automatico né scontato, ma il risultato di un lungo percorso artistico e legale.

Un viaggio alla radice dell’idea

Una fredda mattina di Milano degli anni Sessanta, Achille Castiglioni e il fratello Pier Giacomo si confrontano con l'ambizione di progettare una lampada che combinasse ingegnosità e bellezza. Nel loro studio i due fratelli discutono animatamente su come creare qualcosa di davvero innovativo e dopo giorni di schizzi e prototipi, nasce la lampada Arco destinata a diventare un'icona del design italiano.

La lampada Arco sfida le convenzioni con la sua struttura ad arco in acciaio inossidabile ancorata ad una massiccia base di marmo di Carrara. L'acciaio inossidabile, materiale all'avanguardia per l'epoca, dona modernità ed eleganza, mentre la base in marmo solido si contrappone alla leggerezza dell'arco con un senso di stabilità e radicamento. I due fratelli hanno sapientemente bilanciato estetica e funzionalità: Arco illumina in modo innovativo e allo stesso tempo rappresenta un ponte tra arte e utilità.

La lampada Arco viene presentata nel 1962 ed immediatamente apprezzata dal pubblico e dalla critica come rivoluzionaria. Grazie al passaparola tra designer e riviste specializzate, questa lampada minimalista ed elegante si diffonde rapidamente nelle case e negli uffici di tutto il mondo, diventando un'icona del design italiano. Rimane ancora oggi tra le creazioni più celebri di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, simbolo dell'ingegno e del gusto italiano. La forma dell'Arco rimane unica e inconfondibile, al punto che qualsiasi tentativo di imitazione verrebbe percepito come contraffazione.

Attraversiamo poi gli anni fino alla fine del XX secolo, quando un altro genio del design, Philippe Starck, ispirato dalla forma quasi aliena di un calamaro a Capraia, disegna su una tovaglietta di carta quello che sarebbe diventato lo spremiagrumi Juicy Salif. È il 1989 e Starck, designer francese all'apice della fama, sta trascorrendo le vacanze in Italia, paese che lo ha adottato e lanciato come astro nascente del design negli anni '80. La vista del calamaro con i suoi lunghi tentacoli, unita alla necessità del momento di spremere un limone, accendono la sua fantasia.

Starck presenta il primo schizzo ai manager dell'azienda Alessi, famosa in tutto il mondo per gli oggetti da cucina di design. Dopo alcuni affinamenti, lo spremiagrumi Juicy Salif prende forma: con il suo corpo centrale che termina in tre gambe lunghe e sottili, sembra pronto a camminare via dal bancone della cucina. La struttura in alluminio anodizzato dalle linee organiche trasforma un semplice utensile da cucina in un oggetto scultoreo, quasi un'opera d'arte moderna.

Quando viene presentato al pubblico nel 1990, Juicy Salif è accolto da reazioni contrastanti e alcuni lo trovano brutto e poco funzionale. Ben presto, però, il suo design radicale conquista gli appassionati di tutto il mondo.

Proprio come la lampada Arco, Juicy Salif entra nell'immaginario collettivo come emblema dello stile anticonformista di Starck, sfidando le convenzioni.

La tutela attraverso il design registrato

Gli oggetti sopra descritti non sono soltanto complementi d’arredo o utensili domestici, ma autentiche espressioni di un'estetica che va oltre la loro funzionalità. Ma come si proteggono queste creazioni? Qui entra in gioco la tutela del design registrato, un meccanismo legale che assicura agli inventori il diritto esclusivo di utilizzare commercialmente il loro design, prevenendo imitazioni non autorizzate.

In Europa, già dagli anni '50 esistevano normative nazionali per proteggere legalmente il design industriale, ma è solo nel 2002 che l'Unione Europea istituisce il sistema di design registrato a livello comunitario, per offrire una tutela uniforme nei paesi membri. Oggi l'Ufficio dell'Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) gestisce il registro dei disegni industriali valido in tutta Europa: registrando un design presso l’EUIPO, il titolare ottiene il diritto esclusivo di utilizzarlo per 25 anni, un vantaggio competitivo che impedisce ad altri di utilizzare design identici senza autorizzazione, ad esempio per produrre e vendere imitazioni alternative o a basso costo.

La registrazione richiede che il design sia nuovo e abbia carattere individuale, criteri che, sebbene possano sembrare soggettivi, sono fondamentali per distinguere un'opera meritevole di protezione da una che non lo è.

Nuovo significa che nessun design identico è stato reso pubblico prima.

Il carattere individuale indica che il design si distingue in modo significativo da quelli esistenti.

Sebbene i criteri siano chiari, la strada verso la protezione legale non è sempre lineare o priva di sorprese, dimostrando spesso la complessità nel determinare il confine tra derivazione e innovazione nel design.

Il ruolo del diritto d'autore

Gli oggetti che stiamo raccontando, lampada e spremiagrumi, beneficiano oggi di un altro tipo di tutela, quella del diritto d’autore, grazie a ben determinate caratteristiche riconosciute al termine di lunghi contenziosi legali.

A differenza del design registrato, il diritto d'autore offre un differente livello di protezione, tutelando l'espressione creativa e artistica di un'idea. Mentre la registrazione tutela l'aspetto visivo di un oggetto, il diritto d'autore ne salvaguarda il concept creativo e protegge automaticamente le opere dell'ingegno dal momento stesso della loro ideazione, senza bisogno di registrazione formale. Questa tutela si estende per 70 anni dopo la morte dell'autore ed è valida anche retroattivamente per opere create prima dell'entrata in vigore della legge.

Appare lampante che l’ottenimento di una tutela della durata così lunga sia un obiettivo ambito da ogni designer o azienda, ma questo traguardo per un oggetto del design industriale è molto arduo da raggiungere. Infatti, per prima cosa è necessario separare l’oggetto che nasce come pezzo unico, cioè in forma artistica, dall’oggetto industriale fatto per essere prodotto in serie con lo scopo della commercializzazione. Mentre l'arte può essere valutata in termini di unicità ed espressione personale, per giungere al riconoscimento quale opera d’arte e, come tale, tutelabile dal diritto d’autore, il design industriale deve affrontare la sfida di dimostrare che le sue caratteristiche estetiche e la sua originalità meritino la stessa protezione accordata ad opere d'arte più tradizionali. Questa distinzione è cruciale poiché implica non solo una valutazione della bellezza o dell'impatto visivo, ma anche del processo creativo e dell'intento dell'autore dietro l'oggetto. Per superare queste difficoltà, designer e aziende devono spesso fornire prove dettagliate del processo creativo che ha portato alla realizzazione dell'oggetto, sottolineando ogni elemento che possa dimostrarne l'originalità e la rilevanza culturale. Ciò include, ad esempio, bozzetti preliminari, studi di design, descrizioni delle ispirazioni artistiche e culturali, e qualsiasi altro elemento che possa attestare l'intento creativo e il contributo originale alla cultura e all'estetica contemporanea.

La giurisprudenza ha affrontato numerosi casi controversi in cui si è dibattuto se un oggetto di design potesse meritare o meno la tutela d'autore. Ad esempio, la matita di Le Corbusier ha generato indubbie opere di design, ma molte di queste non hanno ottenuto tale riconoscimento, mentre altri prodotti iconici come la lampada Arco e lo spremiagrumi Juicy Salif hanno superato tale prova.

Questo approccio evidenzia un cambiamento nel modo in cui il diritto d'autore è applicato al design industriale, riconoscendo che anche oggetti funzionali possono rappresentare un'espressione creativa significativa. Tuttavia, questo processo di riconoscimento non è privo di difficoltà: la soggettività nell'interpretazione di cosa costituisca un'opera d'arte richiede che tribunali e organi giuridici non solo comprendano il design come forma d'arte, ma anche che siano in grado di valutarne l'unicità e l'originalità in ambiti che tradizionalmente non li hanno inclusi. In questo contesto, la storia del design offre numerosi esempi di come la creatività e l'innovazione possano elevare oggetti di uso quotidiano a simboli culturali e artistici.

Lo spremiagrumi Juicy Salif di Starck, rappresenta un esempio significativo di questo passaggio da oggetto industriale a forma artistica: nonostante le sue funzionalità discutibili, Juicy Salif è diventato un simbolo di status e un'icona del design industriale attraverso il riconoscimento del suo valore artistico ottenuto nel tempo tramite l’esposizione in collezioni permanenti di musei prestigiosi quali il Museum of Modern Art e il Metropolitan Museum of Art a New York, nonché il Victoria and Albert Museum a Londra. La sua forma unica e il processo creativo dietro la sua realizzazione evidenziano il valore estetico e culturale che va oltre la mera funzionalità, dimostrando come il design possa essere considerato una forma d'arte e, come tale, meritevole di protezione attraverso il diritto d'autore.

La lampada Arco di Castiglioni ha beneficiato anch’essa della significativa tutela del diritto d'autore, enfatizzata da una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e decisioni del Tribunale di Milano che hanno riconosciuto il suo valore artistico e creativo. Simbolo del design made in Italy, parte delle collezioni permanenti della Triennale di Milano e del MoMA di New York, la lampada Arco ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il prestigioso Compasso d'Oro, consolidando ulteriormente la sua posizione come un classico del design.

Questi giudizi hanno chiarito la protezione del design come espressione dell'ingegno umano, sostenendo che opere come la lampada Arco trascendano la loro funzionalità per diventare simboli culturali e artistici meritevoli di tutela legale.

Il valore artistico nel design industriale

La lampada e lo spremiagrumi non avrebbero mai potuto ottenere il riconoscimento ultimo del diritto d’autore se non fossero stati ammessi indiscutibilmente quali opere d’arte attraverso il concetto di "valore artistico". Tale concetto, nel design industriale, è definito da un insieme di criteri che la giurisprudenza ha elaborato per fornire una guida oggettiva alla valutazione di tali opere. Questi criteri includono sia elementi soggettivi che oggettivi, che insieme formano una base per determinare se un'opera possa essere considerata dotata di valore artistico e quindi meritevole di tutela autoriale.

I criteri soggettivi si riferiscono alle qualità intrinseche dell'opera di design, come la capacità di suscitare emozioni estetiche e di dimostrare una creatività o originalità che vada oltre la pura funzionalità. Questi aspetti sono valutati in base al senso estetico, alla cultura, alla sensibilità artistica, al gusto e al sistema percettivo dell'individuo che effettua la valutazione.

I criteri oggettivi, d'altra parte, includono il riconoscimento che l'opera ha ricevuto da ambienti culturali ed istituzionali, quale può essere l'esposizione in mostre o musei, la pubblicazione su riviste specializzate non a carattere commerciale, la partecipazione a manifestazioni artistiche, l'attribuzione di premi e articoli di critici esperti del settore.

Dunque, non è sufficiente l'apprezzamento commerciale, ma è necessario un riconoscimento da parte degli ambienti culturali che confermi il superamento della mera funzionalità. La produzione seriale, tipica del design industriale, non esclude automaticamente la tutela se sussistono gli altri requisiti sopra esposti.

La giurisprudenza ha sottolineato più volte l'importanza del riconoscimento da parte degli ambienti culturali e istituzionali come criterio determinante per confermare il valore artistico di un'opera di design. Tale riconoscimento offre una maggiore certezza alla tutela autoriale, essendo indice di una valutazione oggettiva dell'opera che supera la soggettività individuale.

A tal proposito si esprime così il Tribunale di Milano: “Il valore artistico del design sussiste tutte le volte in cui l’opera abbia caratteristiche tali da suscitare un apprezzamento sul piano estetico che prevalga su quello funzionale del prodotto. Il parametro di selezione diviene quindi la percezione del consumatore ed il design merita la protezione del diritto d’autore quanto l’opera possieda caratteristiche estetiche tali da giustificare esse sole l’acquisto del prodotto, indipendentemente da considerazioni attinenti alla funzionalità o alla convenienza del prezzo”.

L'importanza della protezione nel design

A monte delle differenze e dei limiti offerti dai vari criteri di protezione, è fondamentale chiarire che la tutela legale del design non è semplicemente una questione burocratica, ma un riconoscimento fondamentale del valore e dell'importanza del design nel mondo contemporaneo.

Senza questi strumenti di protezione, le creazioni industriali potrebbero essere facilmente copiate riducendo l'incentivo per i designer e le aziende nel perseguire soluzioni innovative e creative, impoverendo di conseguenza il panorama del design moderno. La tutela legale non solo salvaguarda innovazione ed originalità, ma promuove un ambiente fertile in cui la creatività può prosperare.

Guardando al futuro, la tutela giuridica del design gioca un ruolo cruciale nell'incoraggiare l'innovazione e nel valorizzare l'ingegno umano e la storia di Arco e Juicy Salif ci ricorda che, al di là degli oggetti fisici, sono le idee creative che vanno protette e nutrite, e la tutela legale deve evolversi per salvaguardare non solo il prodotto, ma lo spirito stesso dell'inventiva umana da cui hanno origine le iconiche creazioni del design moderno.

La registrazione del design e il diritto d'autore non sono semplici strumenti burocratici, ma custodi fondamentali dell'ingegno e della creatività umana.


Clizia Cacciamani è avvocato founding partner della società INNOVA&PARTNERS S.r.l., società di consulenza costituita nel 2004 con sede a Roma, Milano, Bologna ed Ancona specializzata nella tutela del know how industriale tramite deposito di marchi e brevetti in tutto il mondo.
Avvocato rappresentante presso Ufficio europeo brevetti E.P.O., Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale W.I.P.O., Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale E.U.I.P.O.
Dottore in ricerca, formatore e relatore da oltre 25 anni presso Università ed enti pubblici, enti camerali e associazioni di categoria sul tema del diritto industriale.

Dario Natali è avvocato founding partner della società INNOVA&PARTNERS S.r.l., società di consulenza costituita nel 2004 con sede a Roma, Milano, Bologna ed Ancona specializzata nella tutela del know how industriale tramite deposito di marchi e brevetti in tutto il mondo.
Consulente Professionale Marchi e Modelli presso Ufficio Italiano Brevetti e Marchi U.I.B.M., Ufficio di Stato Brevetti e Marchi di San Marino U.S.B.M., Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale W.I.P.O., Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale E.U.I.P.O.
Avvocato rappresentante presso Ufficio europeo brevetti E.P.O.