La Manovra 2025 approvata a fine dicembre 2024 introduce ulteriori misure che influiranno sul Terzo Settore, rafforzando il quadro normativo e fiscale esistente. Per lo più in peggio.

1. Limiti alle spese operative

La Legge di Bilancio 2025 introduce specifici limiti alle spese operative per gli ETS. A partire dal 2025, gli enti che hanno ottenuto un sostegno da parte dello Stato non potranno effettuare spese per l'acquisto di beni e servizi in misura superiore al valore medio sostenuto per le stesse finalità negli esercizi finanziari 2021, 2022 e 2023, come risultante dai relativi rendiconti o bilanci deliberati. Si tratta di una estensione dei controlli e delle procedure di spending review precedentemente applicati solo agli enti pubblici, imponendo un tetto alle spese operative basato sulla media dei tre anni precedenti. L'obiettivo dichiarato è promuovere una gestione finanziaria più efficiente e responsabile ma dovrebbe essere evidente la differenza operativa e di gestione finanziaria che corre tra enti pubblici e soggetti che già di per sé dispongono di risorse limitate e che sopperiscono alle carenze del pubblico in ambito sociale. Tutto questo limiterà l’operatività degli ETS e delle imprese sociali imponendo vincoli di cui non si capisce il senso ma solo l'impatto potenziale di tali misure sulla capacità degli ETS di fornire servizi essenziali.

2. Modifiche alle detrazioni fiscali

Per i contribuenti con redditi complessivi superiori a 75.000 euro, le detrazioni fiscali sono ora soggette a un tetto massimo, calcolato moltiplicando un importo base per un coefficiente determinato dal numero di figli a carico. Sono escluse da questa riduzione le spese sanitarie e gli investimenti relativi a start-up e PMI innovative ma, al contrario, le imprese sociali e gli ETS non sono stati inclusi tra le categorie salvaguardate da questi tagli, il che comporterà una diminuzione dei benefici fiscali precedentemente disponibili.

3. Controlli più stringenti sull’utilizzo dei fondi pubblici

La Manovra prevede un potenziamento dei controlli sull’utilizzo dei fondi pubblici da parte delle imprese sociali. Saranno introdotti nuovi obblighi di rendicontazione, con l’adozione di standard più rigorosi per garantire trasparenza e correttezza nella gestione finanziaria.

4. Incremento delle risorse per il Fondo per l’Innovazione Sociale

Il governo ha deciso di incrementare le risorse destinate al Fondo per l’Innovazione Sociale, con l’obiettivo di sostenere progetti innovativi che rispondano alle sfide sociali emergenti. Questo fondo offrirà contributi a fondo perduto e prestiti agevolati per le imprese impegnate nello sviluppo di soluzioni ad alto impatto sociale.

5. Riduzione dei fondi per il Terzo Settore

La manovra prevede tagli significativi a vari fondi destinati al sociale:

  • Il Fondo per le politiche sociali è ridotto rispetto agli anni precedenti
  • Il Fondo per la lotta alla povertà subisce una diminuzione delle risorse disponibili
  • Il Fondo di contrasto alla povertà educativa minorile viene azzerato, eliminando un'importante fonte di finanziamento per progetti educativi rivolti ai minori.

Oltre alle misure riportate sopra, si fa presente che in data 9 dicembre 2024 con l’approvazione del cosiddetto decreto “Milleproroghe”, è stata ulteriormente prorogata la modifica al regime IVA per gli enti associativi.

Inizialmente, era previsto che dal 1° gennaio 2025, gli enti associativi passavano dal regime di esclusione IVA a quello di esenzione per specifiche operazioni. Tuttavia, il Decreto ha posticipato questa modifica al 1° gennaio 2026. Questo rinvio offre agli enti associativi un ulteriore anno per adeguarsi alle nuove disposizioni fiscali

Infine, ricordiamo che nel mese di agosto erano state introdotte altre novità in merito ai parametri ed alle modalità di rendicontazione, pubblicate sul nostro sito https://www.lombarddca.com/cambiano-parametri-e-modalita-di-rendicontazione-per-gli-enti-del-terzo-settore/

In conclusione, si può affermare che La stretta sul Terzo Settore è evidente e incomprensibile, ancor più per le imprese sociali. Se lo spirito della riforma del 2017 è stato quello di spingere molto sull’organizzazione, sulla capacità imprenditoriale e sulla capacità di rendicontazione mantenendo un equilibrio, ancorché non perfetto, tra sostegno pubblico ad attività riconosciute di valore sociale e richiesta di maggiore preparazione questa stretta pare una disattenzione per il welfare.

Franco Broccardi e Giuliano Maronati

Franco Broccardi
Esperto in economia della cultura e della sostenibilità, arts management e gestione e organizzazione aziendale, è consulente, membro di cda e revisore di musei, teatri, gallerie d’arte, fondazioni, festival e associazioni culturali.
Si occupa di consulenza e formazione per fondazioni bancarie, istituzioni pubbliche e private in materia in materia di terzo settore, gestione e organizzazione di istituzioni culturali e di mercato dell’arte.
Co-fondatore e partner dello studio Lombard DCA di Milano e fondatore e curatore della rivista ÆS Arts+Economics.
Professore a contratto in Economia del patrimonio culturale presso l’Università degli Studi di Bergamo. Tra le altre cariche è presidente della commissione di Economia della Cultura presso la Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti, consulente per le politiche fiscali di Federculture, membro della commissione tecnica a supporto del consiglio direttivo oltre che membro del gruppo di lavoro Bilancio sociale di ICOM Italia – International Council of Museums, consulente di ADEI – Associazione Degli Editori Indipendenti.

Giuliano Maronati
Aree: Tax & Compliance, Terzo settore
Laureato in “Economia Aziendale – Professioni Contabili”, Dottore Commercialista e Revisore Legale. Entrato in studio nel 2009 per il tirocinio professionale, ha proseguito poi il suo percorso dopo l'abilitazione. È responsabile della compliance di clienti PMI in diversi settori, specializzato nelle tematiche delle branch italiane di gruppi multinazionali.