Tra tradizione, innovazione e sostenibilità
di Silvia Caprara
Mi chiamo Silvia Caprara e sono cresciuta a Sommacampagna, un paese che si trova tra Verona e il Lago di Garda. La mia famiglia possiede un'azienda agricola vitivinicola fin dagli anni '60, fondata da mio nonno paterno Adelino Caprara e successivamente portata avanti dai miei genitori, Luigi e Paola.
Sin da piccola, l'azienda agricola è stata il mio mondo: la nostra casa è proprio accanto e posso dire di essere cresciuta tra le vigne e le botti. Mi diverte osservare le vecchie fotografie e notare come, mentre io crescevo, cresceva anche l'azienda. Mio padre, architetto di formazione, ha portato avanti la sua professione per anni, ma intorno al 2000 ha deciso di investire sempre di più nell'azienda di famiglia. La sua esperienza professionale gli ha permesso di seguire personalmente i lavori di ampliamento e rinnovamento, combinando competenze tecniche e conoscenza del mondo del vino. Basta guardare le foto dei cantieri per capire in che periodo sono stati fatti i lavori: più sono alta nella foto, più recenti sono gli interventi!
Il mio percorso di studi mi ha portato inizialmente fuori dal mondo agricolo: dopo aver frequentato il Liceo Scientifico a Villafranca, ho scelto di studiare ingegneria chimica al Politecnico di Milano. L’ingegneria mi ha sempre affascinata, soprattutto, per la sua capacità di risolvere problemi concreti, mentre la chimica mi avrebbe permesso di avvicinarmi il più possibile al settore vitivinicolo. Dopo cinque anni a Milano, nel 2020 ho discusso la mia tesi magistrale online, proprio dall'ufficio di mio padre a causa della pandemia. Non posso dire di fare il mestiere per cui ho studiato: ma il modus operandi e alcuni competenze tecniche tipiche dell’ingegneria si applicano facilmente ad ogni settore e credo mi siano utili nell’affrontare le varie problematiche che si presentano. Già prima della laurea sapevo che sarei tornata in azienda, sia per amore della famiglia e del territorio, sia per la grande varietà che il mondo del vino offre: in una giornata posso passare dal vigneto, alla cantina di vinificazione fino alla gestione delle vendite internazionali, senza mai annoiarmi. Lavoro qui da cinque anni e continuo a imparare ogni giorno.

Villa Medici: una storia di famiglia e innovazione
La nostra azienda si trova a Sommacampagna e conta circa 33 ettari di vigneti tra Sommacampagna e Custoza. Sebbene sia a conduzione familiare, oggi lavorano con noi circa 15 collaboratori. Il nostro territorio è particolarmente vocato ai vini bianchi, e il nostro fiore all'occhiello è il Custoza DOC. Mio nonno Adelino è stato tra i fondatori del consorzio di tutela di questa denominazione nel 1971 e conserviamo ancora qualche bottiglia della primissima annata. Il Custoza è un blend di uve locali che esprime sentori fruttati e floreali, uniti alla mineralità del terreno delle colline moreniche su cui crescono le nostre viti.
L'azienda ha radici profonde nel territorio e nella tradizione, ma al tempo stesso ha sempre cercato di innovarsi. Il nome "Villa Medici" nasce dalla villa di campagna acquistata da mio nonno Adelino, situata sotto l'Ossario di Custoza, un monumento in onore ai caduti delle guerre risorgimentali. L’edificio è circondato dai primi vigneti che abbiamo da subito iniziato a coltivare, è una villa costruita fra fine 700 e inizio 800, che vorremo ristrutturare per proporre sia eventi aziendali, ma anche come spazio a disposizione per manifestazioni culturali organizzate da vari enti locali, grazie alla storia che si respira arrivando qui.

Il nome “Villa Medici” era presente già sui catasti dell’ottocento ed era inizialmente la proprietà estiva della nobile famiglia Medici originaria di Gavardo, Brescia. L'azienda, con la zona di vinificazione e il wineshop, si trova nel centro di Sommacampagna, in un edificio che risale alla fine del Settecento e ha ospitato diverse attività nel corso dei secoli è stata un'osteria, un punto di cambio cavalli per i viaggiatori che si dirigevano ai mulini sull’Adige per macinare il grano, un centro di essiccazione per i bachi da seta, un deposito di frutta e una stalla, fino a diventare l'azienda vitivinicola che è oggi. È interessante notare come le varie attività parlino della necessità di adeguarsi all’andamento economico del territorio: prima della costruzione del canale Conagro che porta l’acqua dall’Adige fino ai nostri territori era difficile coltivare, tanto che in passato il paese era chiamato “Vico Sico” e “Sicca Campanea”. In queste condizioni una delle poche attività remunerative per le famiglie era crescere le larve del baco da seta, insetti ghiotti delle foglie di gelso (morar come lo chiamiamo qui), piante abbastanza grandi e resistenti da non necessitare di regolare irrigazione. Qui in corte sorgeva il forno per essiccare i bozzoli da cui si ricavava il prezioso filato per la seta. Con l’avvento delle fibre sintetiche poco per volta questa attività scompare, e grazie all’acqua portata per irrigare fiorisce l’agricoltura. Fino agli anni 60 con il boom della viticoltura italiana. La produzione di vino è stata però per noi una costante fin dai tempi dell'osteria, a dimostrazione di quanto questa attività sia radicata nella nostra storia familiare.
Agricoltura e sostenibilità: le sfide del futuro
Lavorare in un'azienda agricola significa affrontare continuamente sfide e soddisfazioni. Uno degli aspetti più rilevanti oggi è senza dubbio il cambiamento climatico. Negli ultimi anni, il meteo è diventato sempre più imprevedibile, alternando periodi di siccità estrema a piogge intense, inverni troppo caldi e gelate primaverili tardive, senza dimenticare il rischio della grandine. Racconto spesso che mio papà Luigi in ormai quaranta vendemmie ha visto quattro annate con gravi danni da grandine, io in solo quattro anni ne conto già tre. Questo ci spinge a trovare soluzioni innovative e sostenibili per proteggere il nostro lavoro e il nostro territorio.
Per ridurre l'impatto ambientale, in azienda abbiamo adottato diverse pratiche sostenibili. Abbiamo installato sulle falde dell’azienda pannelli fotovoltaici per ridurre il consumo di energia da fonti fossili e per poter garantire il raffreddamento della cantina. Mantenere ben controllata la temperatura dei vini durante l’arco dell’anno è un fattore chiave nella riuscita di un vino di qualità e rappresenta per un’azienda il principale costo energetico, l’impianto fotovoltaico ci aiuta a coprire parte di questo costo. In vigneto stiamo sfruttando diverse tencniche: a partire da un impianto di irrigazione a goccia per ottimizzare l'uso dell'acqua e limitare gli sprechi. In abbinamento abbiamo posizionato in vigneto delle stazioni meteo: i cui dati di precipitazioni, temperatura e umidità, integrati con una banca dati sono elaborati da un sistema previsionale che permette di valutare lo stress idrico della pianta e il rischio di sviluppo di malattie, aiutandoci nella scelta di quando e quanto irrigare e come intervenire per prevenire problematiche. Nei vigneti, applichiamo anche tecniche di sovescio, in particolare con la semina di varie essenze in grado di arricchire il terreno, trattenere l’umidità del suolo nei periodi secchi e attrarre insetti utili al controllo di alcuni infestanti. Un esempio è il trifoglio incarnato che migliora la fertilità del suolo grazie alla sua potenzialità di azotofissatore e riduce l'erosione, oltre ad essere esteticamente molto bello. Non utilizziamo diserbanti chimici, ma pratichiamo lo sfalcio alternato dell'erba nei filari, lasciando spazio a essenze spontanee e insetti utili per l'ecosistema. Per il controllo dei parassiti, impieghiamo ad esempio la confusione sessuale sulla tignola, una tecnica che riduce l'uso di insetticidi, contribuendo alla biodiversità. Anche il nostro packaging è sostenibile, con bottiglie leggere che riducono le emissioni di CO2 durante il trasporto.
Enoturismo e Slow Tourism: il valore della storia e del territorio
Negli ultimi anni, l'enoturismo si è rivelato una straordinaria opportunità per le aziende vitivinicole, permettendo non solo di far conoscere i propri vini, ma anche di raccontare il territorio, la storia e la cultura che li circondano. Le visite in cantina diventano esperienze immersive in cui i visitatori possono comprendere il lavoro e la passione che stanno dietro ogni bottiglia, degustando vini nel luogo in cui nascono e scoprendo i valori di sostenibilità e tradizione che guidano la nostra azienda.

Questo tipo di turismo si inserisce perfettamente nel concetto di Slow Tourism, un modo di viaggiare che privilegia la scoperta autentica dei territori, delle comunità locali e delle loro storie. Sommacampagna, con le sue colline moreniche, le sue vigne e la sua ricca eredità storica, si presta perfettamente a questo approccio. Chi visita la nostra zona non solo può degustare i nostri vini, ma anche immergersi nella storia del territorio, visitando luoghi simbolo del MUDRI – Museo Diffuso del Risorgimento, che attraverso un percorso articolato racconta le vicende delle battaglie risorgimentali che si sono svolte proprio qui. La memoria storica del territorio si intreccia con quella della nostra azienda, che sorge proprio in un luogo che ha vissuto queste vicende da vicino.
Creare una rete tra aziende agricole, strutture ricettive e iniziative culturali permette di valorizzare non solo le singole realtà, ma l'intero territorio, offrendo un'esperienza completa e coinvolgente ai visitatori. La nostra storia aziendale si lega perfettamente a questa visione: il passato e il presente dialogano tra loro, raccontando non solo la crescita della nostra cantina, ma anche quella di un territorio ricco di fascino, cultura e tradizioni secolari.
Oltre l’azienda
Grazie al mio lavoro in azienda, sono entrata in contatto con ANGA, l'associazione dei Giovani di Confagricoltura che con la sua azione di lobby contribuisce ai processi decisionali in materia di politiche giovanili in agricoltura a tutti i livelli, nazionale e comunitario. Mi sono inizialmente interfacciata con la sezione di Verona: qui ho trovato una rete di giovani agricoltori con cui condividere difficoltà e opportunità, imparando gli uni dagli altri e conoscendo anche gli altri settori agricoli, e non solo la viticoltura. Nel 2023, grazie ad ANGA, ho partecipato a un progetto di formazione per futuri leader nl settore agricolo organizzato dalla WFO (World Farmers' Organisation). L'esperienza mi ha permesso di confrontarmi con agricoltori da tutto il mondo acquisire alcune soft skill indispensabili per essere efficaci comunicatori, come il public speaking e la capacità di negoziare, e di approfondire come funzionano i diversi processi decisionali internazionali a tema agricolo e ambientale, partecipando anche alla COP 28 di Dubai. Questo mi ha dato una visione più ampia dell'agricoltura globale e della sostenibilità, intesa non solo come tutela ambientale, ma anche come equilibrio economico e sociale. Un’azienda agricola sostenibile deve garantire un reddito dignitoso a chi ci lavora e assicurare il ricambio generazionale, tema molto sentito all'interno della nostra associazione.
Sempre grazie a queste esperienze ho partecipato a diversi incontri nella sede romana di FAO, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, dove ho portato il punto di vista e le necessità dei giovani agricoltori. L’ultima occasione è stata un confronto fra esperti del settore per valutare come procedono gli sviluppi per l’SDG2, obiettivo nr 2 di Agenda 2030, quello sul combattere la fame.
Think global, act local: il mio impegno per il territorio
Parallelamente all’esperienza internazionale, ho scelto di impegnarmi anche sul territorio, seguendo il motto "Think Global, Act Local". Oggi sono consigliere comunale a Sommacampagna, con delega alle politiche giovanili, politiche agricole e alla promozione del territorio. Questo ruolo mi permette di lavorare concretamente per il paese in cui sono cresciuta, cercando di affiancare i cittadini nel loro lavoro per valorizzarlo e renderlo sempre più sostenibile e innovativo.
Questa storia, che parte da mio nonno e arriva fino a me, è un intreccio di tradizione e innovazione, di radici profonde e sguardo al futuro. La mia speranza è che il nostro impegno continui a portare valore al territorio, alla comunità e alle nuove generazioni.
Presidente dei Giovani di Confagricoltura Verona (Anga). Laurea in ingegneria chimica al Politecnico di Milano, Silvia Caprara lavora nell’azienda agricola vitivinicola di famiglia Villa Medici, a Sommacampagna, condotta dal padre Luigi. Nel 2023, ha partecipato al Gymnasium della Wfo (Organizzazione mondiale degli agricoltori), all’Assemblea Generale di Wfo in Sudafrica e alla Cop28, vertice sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite.