Tutti, molti, o solo io? Chi ha paura del futuro? (2/5)
di Giorgia Patroni
Mi chiamo Giorgia, sono una studentessa della UED (Università Europea del Design). Il mio percorso universitario mi sta permettendo di imparare e studiare ciò che mi appassiona, per poter diventare un Interior Designer, ma, mi chiedo, gli italiani sanno cos’è? Ho un futuro in questa professione? Nella mia passione? Ho troppi interrogativi e perplessità. Non voglio fuggire dalla mia terra ma non ho, forse, alternative. Ma questo è il mio futuro, e posso rimandarlo di qualche mese, ma è lì che mi attende.
Ora c’è la guerra nel mezzo dell’Europa, c’è l’aumento dei prezzi, c’è la minaccia del terrorismo, ci sono morti ingiuste tutti i giorni e contemporaneamente siamo anche diventati 8 miliardi ad abitare il nostro pianeta; un pianeta che chiede disperatamente bisogno del nostro aiuto, ma con gente che punta solo ad accrescere i propri privilegi, senza pensare a chi non ha nemmeno la fortuna di poter consumare un pasto al giorno, c’è speranza, c’è futuro?
La tematica dello spreco alimentare è strettamente legata alla realtà quotidiana, c’è chi prega per un po’ di cibo, chi ne ha troppo e lo spreca, fino a chi lo getta su dei quadri solo per richiamare l’attenzione.
La mia impressione è che tutto stia andando nel verso sbagliato, l’ambiente ci fa ammalare come se di malattie non ce ne fossero già abbastanza da combattere. Stiamo uscendo a stenti da due anni di pandemia globale, ma non è solo questo; la Terra si sta muovendo, i terremoti, piogge torrenziali, diluvi, uragani, incendi... Dove li trovo due minuti in tranquillità? Dove li trovo due minuti per pensare al mio futuro? Lo avrò un futuro se chi si dovrebbe occupare di farcelo avere pensa solo al proprio tornaconto?
21 anni, nata in un paese in provincia di Bari, studentessa fuorisede della UED (Università Europea del Design) a Pescara, futura Interior Designer un po’ impaurita dal futuro, fiduciosa nelle nuove generazioni.