Un hotel per il design
Franco Moschini
Nel 1962, ho trasferito la storica azienda Poltrona Frau a Tolentino, in provincia di Macerata, nelle Marche, e ho compreso quanto fosse importante farla evolvere ed intercettare le nuove istanze del mercato.
È stato così che ho iniziato un dialogo “avventuroso” rivolgendomi al grande maestro Gio Ponti per produrre una nuova poltrona: un coinvolgimento ardito e vincente, da cui è nata Dezza, divenuta l’icona senza tempo che conosciamo. Ho compreso come tradizione e cambiamenti abbiano una radice comune: un filo sottile, ma di grande valore, su cui mi sono mosso alla ricerca dell’equilibrio tra origini e innovazione.
Nel proseguire la mia lunga storia imprenditoriale ho avuto a che fare con i marchi più noti del design italiano; ora la mia attenzione è rivolta a Gebrueder Thonet Vienna, uno dei marchi più antichi nel mondo dell’arredo di interni. Di nuovo, la proiezione di un ricco passato verso il futuro è stato un tema per me centrale: svolto in modo non puramente stilistico ma attingendo dalle tecniche più antiche per sperimentare nuovi esiti formali e produttivi.
Il rapporto con il mio territorio (vivo da sempre nelle Marche, una regione che porta nel suo nome la pluralità di ricchezze che la contraddistingue) ha avuto, anch’esso, grande rilevanza. Paesaggio, patrimonio storico e artistico, capacità manifatturiera sono stati fattori che, in vari modi, hanno indirizzato, supportato e guidato il mio “fare”.
Il design di prodotto per me nasce come sintesi necessaria tra una domanda di forma e una necessità di sostanza in rapporto alle richieste del proprio mercato. Il modo con cui mi sono sempre relazionato a questo tema lo riassumo in tre semplici parole: bello, buono e ben fatto. In sostanza un atteggiamento, un modus operandi.
Anche per alimentare quest’attitudine ho voluto dar vita alla Fondazione Design Terrae, un ente del terzo settore che ha come finalità l’evoluzione dell’alto maceratese in senso largo e inclusivo, rivolto soprattutto ai più giovani. Etica ed estetica possono coesistere e la loro relazione può generare senso e valore nella vita dei singoli come dei territori.
Di certo non ho una “formula magica”; non sempre i progetti sono vincenti e duraturi ma credo nel fare e nella concretezza. Lo dimostra l’ultimo progetto in ordine di tempo ma anche quello che più raccoglierà l’eredità di una storia: il restauro dell’ex opificio Nazareno Gabrielli di Tolentino, diventato “Interno Marche Design Experience Hotel”.
Sarà un luogo unico, da cui partire per il racconto vivo di un territorio a cui è ancorato, in grado di conservarne i ricordi ma allo stesso tempo di guardare al futuro usando il design di prodotto come file rouge. Tra i primi obiettivi del progetto c’è la ricaduta, sia diretta che indiretta, sull’Alto Maceratese in termini di visibilità, turismo e potenzialità anche occupazionali.
Celebrare la storia del design degli ultimi 60 anni è certamente l’altro grande obiettivo. Da Michele De Lucchi a Marc Newson, da Luigi Massoni a Lella e Massimo Vignelli, da Gae Aulenti a Vico Magistretti, ogni ambiente dell’hotel racconta, attraverso una rigorosa ricerca filologica, l’opera dei principali interpreti del design che hanno collaborato e contribuito al successo delle aziende che ho presieduto lungo la mia vita imprenditoriale.
Il progetto nasce da un accurato lavoro di recupero e trasformazione degli spazi di Villa Gabrielli in cui abbiamo restaurato gli affreschi, modulato i grandi spazi dell’azienda novecentesca, integrato le antiche vasche di concia e li abbiamo messi in dialogo con lo slancio verso il futuro che caratterizza le opere dei grandi designer.
In questo modo abbiamo dato vita a una casa-museo e destination hotel, in cui è possibile viaggiare tra gli stilemi e pezzi iconici che hanno fatto la storia dell'interior degli ultimi 60 anni. Stanza dopo stanza, oggetto dopo oggetto – sono 400 i pezzi, tra autoriali e custom, realizzati ad hoc, inseriti nella struttura – l’hotel svela ambientazioni e autori.
Al cantiere di Interno Marche (unico al mondo dotato delle certificazioni di sostenibilità ambientale Gbc Historic Building e Leed for hospitality), durato oltre tre anni, hanno lavorato quattri consulenti strategici, sette architetti, 14 ingegneri, due restauratori, quattri geologi e due agronomi. Ed ancora: quattro progettisti 3D, un light e tre interior designer, 30 imprese – tutte rigorosamente del territorio – più di 70 aziende fornitrici: una squadra di oltre 2.000 professionisti impegnati un percorso rispettoso non solo di architettura e storia ma anche di ambiente e territorio.
Ristrutturare Villa Gabrielli è stata anche l’occasione per raccontare il passato di una comunità e di un territorio. Al fianco del lavoro di valorizzazione dell’edificio c’è stato quello di archivio delle memorie che, attraverso associazioni locali, scrittori e ricercatori, ha raccolto materiali fotografici, documenti, storie e testimonianze da consegnare e far conoscere al mondo creando, con questo obiettivo, un vero e proprio Caveau Digitale navigabile dagli ospiti dell’hotel, attraverso dei QR code.
Tolentino, poggio sulla piana solcata dal fiume Chienti, fu – dalla civiltà picena in avanti – luogo ininterrottamente scelto per l’insediamento dalle popolazioni succedutesi nella vallata. Il nome sembra derivare da toponimi che rimandano tutti al tema della trasmigrazione di popolazioni diverse e all’insediamento di una di esse. Nell’età moderna, Francesco Sforza, dicendosi mandato dal Concilio di Costanza, si fa signore de “La Marca” e occupa Tolentino dopo un sanguinoso assedio; nel 1585 il papa Sisto V risolve le discordie cittadine e rende Tolentino città e diocesi. Nel 1797 Tolentino è sede dell’omonimo trattato siglato da Napoleone Bonaparte con rappresentanti di Pio VI. L’occupazione di Murat, e la battaglia per l’indipendenza italiana che si combatte nel 1815 nei pressi della città, conferiscono ulteriore notorietà alla città. Nel post Risorgimento, Tolentino si distingue per la capacità di rinnovamento, la creazione di nuove industrie, l’inclusione politico-sociale (anche delle componenti operaia e contadina) e per le attività artistico-culturali.
Certamente nello sviluppo avvenuto dopo i conflitti mondiali, la posizione di Tolentino – al centro della vallata del Chienti – ha conferito alla cittadina uno spiccato sviluppo artigianale soprattutto nel settore delle pelli fino a trasformarsi, con tutto l’hinterland, in un vero e proprio distretto manifatturiero della pelletteria (uno dei 65 su cui si è basata parte dell’economia post-bellica del nostro paese). Quella dell’attività conciaria è una tradizione tolentinate che data indietro al 1400 grazie alla sua posizione sul Chienti e il conseguente sfruttamento della risorsa idrica che consente al borgo di diventare, nel 1890, la prima città marchigiana ad essere dotata di corrente elettrica e ferrovia e la seconda in Italia.
Oggi è una cittadina incastonata tra alture (i misteriosi Monti Sibillini) e coste (da Civitanova a Porto San Giorgio), che oltre ad essere epicentro e snodo della grande storia industriale di Poltrona Frau e del design italiano, offrono numerose attrazioni. Dall’importante Basilica del XIV secolo dedicata a San Nicola, alla preziosa Cattedrale di San Catervo passando per il Miumor, Museo dell’umorismo nell’Arte (unico in Italia e tra i pochi nel mondo) fino al Castello della Rancia e il Ponte del Diavolo. Oltre ovviamente al Museo di Poltrona Frau inaugurato una decina di anni fa. Nona tappa della Via Lauretana, 220 km che uniscono in pellegrinaggio Cortona al Santuario della Madonna di Loreto, nelle immediate vicinanze di Tolentino si trovano l’Abbadia di Fiastra circondata da una riserva naturale e Macerata con la sua Accademia delle Belle Arti e lo Sferisterio, l’anfiteatro romano di Urbisaglia e i “Monti Azzurri” del Leopardi (Monti Sibillini), la cui casa museo di Recanati dista pochi km. In questo contesto, ora, trova dimora il design del Novecento.
Franco Moschini è stato Presidente di Poltrona Frau, azienda marchigiana di respiro internazionale, leader nell’arredamento di alta gamma, portavoce nel mondo dei valori legati al design e alla produzione Made in Italy. Dal 1962 si è dedicato allo sviluppo del Gruppo Poltrona Frau, trasferendo l’attività produttiva a Tolentino. Accanto all’attività di imprenditore si è da sempre distinto per essere un appassionato mecenate, attento e generoso verso il suo territorio, l’Alto Maceratese, dove opera attraverso la Fondazione Franco Moschini.