Margherita Pellino

Alla scomparsa di Vico Magistretti, nel 2006, è stato chiaro che lo studio di progettazione avrebbe chiuso, ma si è invece subito posta la questione di che cosa fare dell’archivio. I figli di Vico, Susanna e Stefano Magistretti, hanno quindi incaricato una curatrice per affrontare il lavoro: l’architetta Simona Romano, che ha avviato i lavori per l’inventariazione, in collaborazione con il Servizio Archivio e Protocollo del Politecnico di Milano, e che soprattutto ha avviato la procedura per il riconoscimento da parte della Soprintendenza Archivistica della Lombardia del particolare interesse storico del fondo, avvenuto già nel 2007.

Sul finire del 2009, a inventariazione conclusa e dopo aver condotto una perizia per stabilire il valore del fondo archivistico, è nata l’idea di costituire una fondazione. Si tratta di una fondazione di partecipazione, costituita nei primi mesi del 2010, che vede la famiglia Magistretti nel ruolo di fondatore promotore; Triennale Milano, in quello di fondatore istituzionale, e le aziende Artemide, Cassina, De Padova, Flou e Oluce e Schiffini (fino al 2020) in quello di fondatori. Il C.d.A. è presieduto dunque da Susanna Magistretti e vi siedono i rappresentanti e delegati di ogni fondatore. Attualmente il Comitato Scientifico è composto da Gabriele Neri, storico dell’architettura; Matilde Cassani, architetta e designer; e Luca Poncellini, architetto e capo del dipartimento di design e arti applicate di NABA Milano, Nuova Accademia di Belle Arti.

La Fondazione presiede all’archivio, rimasto nel luogo dove è stato prodotto, e allo studio museo, cioè lo studio di Vico Magistretti convertito in museo, su modello dello Studio museo di Achille Castiglioni.

Fino a 2012 la direttrice della Fondazione è stata Simona Romano; dal 2012 al 2021 è subentrata Rosanna Pavoni, storica dell’arte, museologa e curatrice di un circuito di case-museo (storiemilanesi.org), mentre dal 2022 è direttrice la sottoscritta, nipote di Magistretti. Inoltre, collaborano con la Fondazione Ilaria Storelli per l’apertura al pubblico e per i lavori di archivio, e Chiara Corbani per l’allestimento delle mostre e la progettazione delle attività della Fondazione.

Nel passaggio da studio a studio museo è stata necessaria una revisione degli spazi, di soli 80 metri quadri, per poter valorizzare, raccontare e mostrare i progetti di Magistretti, ma si è anche mantenuta una certa fedeltà rispetto all’originale. La stanza dello storico assistente di Magistretti, il geometra Franco Montella, dove si trovavano i tecnigrafi e le cassettiere con l’archivio corrente, è stata trasformata in uno spazio espositivo dove ogni anno la Fondazione presenta una nuova mostra temporanea con i progetti dell’architetto e designer, i suoi oggetti e le sue parole.

Nella sala riunioni di Magistretti, ancora oggi usata per le riunioni e le visite guidate, sono esposti a parete una decina di modelli di architettura e intorno al tavolo, pronte per essere provate dagli ospiti dello studio museo, ci sono alcune delle sedie disegnate e amate da Vico. “Mi piace disegnare sedie e lampade” diceva.

©Matteo Carassale

Infine, la stanza di Magistretti, il suo studio vero e proprio, è stata conservata praticamente come era – basta immaginarla senza i computer e lo scanner, strumenti di chi oggi lavora in Fondazione – con i due tavoli da lavoro, il divano di pelle nera e i pannelli di legno pieni di disegni, fotografie, cartoline, lettere e biglietti appuntati. L’archivio, infine, si trova nelle due stanze sotto lo studio, opportunamente messe in sicurezza.

Si tratta di un archivio cartaceo, perché Magistretti e Montella, suo braccio destro dal 1951 al 2002, hanno sempre lavorato con carta, penna e tecnigrafo. Conserviamo disegni tecnici e schizzi, ma anche appunti, contabilità, preventivi, ritagli di stampa, corrispondenze, fotografie, agende, collezioni di riviste, modelli di architettura e di design.

Le operazioni di inventariazione e catalogazione del fondo archivistico sono state condotte attraverso software archivistici professionali: prima Sesamo, poi Archimista e infine Xdams.

Sin dal 2007, con l’avvio dei lavori di inventariazione, l’archivio è stato sottoposto a campagne di digitalizzazione. I progetti di design, solitamente su supporti di piccole-medie dimensioni, sono quasi completamente digitalizzati direttamente in-house. Mentre la digitalizzazione dei progetti di architettura, con formati spesso grandi e non standard, è ancora in corso e richiede di affidarsi a servizi professionali esterni.

Nel 2018 abbiamo ottenuto un importante finanziamento da Fondazione Cariplo per mettere online l’archivio. È stato un lavoro lungo e imponente, realizzato con Regesta.exe e con gli storici Manuela Leoni, Rosa Chiesa e Ali Filippini, che ci ha portati nel 2020, anno del centenario dell’architetto, a pubblicare online il portale dell’archivio, aperto a tutti all’indirizzo archivio.vicomagistretti.it

Preservare e valorizzare il patrimonio della Fondazione per noi significa non solo conservare i materiali e proseguire il lavoro di digitalizzazione e catalogazione, ma anche fare ricerca, divulgare e promuovere l’archivio e il lavoro dell’architetto e designer attraverso le mostre in studio museo, le visite guidate, i laboratori e le attività educative per gli studenti.

Nel 2021, con un anno di ritardo per i motivi noti a tutti, la Fondazione insieme a Triennale Milano ha presentato la prima mostra monografica dedicata a Magistretti architetto e designer. Uno dei principali esiti di questa esposizione è stato, nel 2023, il primo Convegno internazionale sul lavoro di Vico, intitolato Vico Magistretti. Tra Milano e il mondo, organizzato ancora una volta in collaborazione con Triennale Milano. Il Convegno è stata una nuova occasione per approfondire, stimolare e aggiornare alcuni degli innumerevoli temi e percorsi di ricerca sulla sua opera. Nel 2024 la Fondazione e Triennale stanno lavorando alla pubblicazione degli atti.

Sin dal 2010 lo studio museo è stato aperto al pubblico, ma le modalità sono cambiate negli anni. All’inizio era aperto tutti i giorni senza prenotazione, ma nel tempo questa formula si è rivelata insostenibile. Ora è aperto su prenotazione il martedì dalle 10 alle 18, il giovedì dalle 14 alle 20 e l’ultimo sabato del mese dalle 11 alle 15. L’ingresso costa 5 € e include la visita guidata.

Una criticità che la Fondazione deve affrontare da sempre riguarda le dimensioni ridottissime degli spazi a disposizione, con le ovvie conseguenze sulle attività che si possono realizzare o meno all’interno dello studio museo. Va però sottolineato che, seppur piccoli, gli spazi della Fondazione sono di proprietà.

Il problema principale è, piuttosto, il futuro. Ora ci sono io, ci sono i fondatori e le aziende che ci accompagnano e ci sostengono, ma cosa succederà se e/o quando la famiglia e i partner non saranno più disponibili a gestire e mantenere la Fondazione? Non ho dubbi sulla conservazione e sulla tutela del fondo archivistico, esistono per questo a Milano e in Italia istituzioni eccellenti, come per esempio il CASVA (Centro di Alti Studi sulle Arti Visive) di Milano. Temo però che si perda e si disperda il lavoro di valorizzazione, promozione, ricerca e divulgazione realizzato in questi anni.

Nell’immediato futuro, intanto, è in preparazione la nuova mostra in studio museo. Si tratta del progetto vincitore del Call for Curators lanciato dalla Fondazione in occasione del Convegno internazionale dell’ottobre 2023, con il quale abbiamo invitato professionisti under 35 a presentare progetti, dedicati ovviamente al lavoro di Magistretti, da realizzare insieme alla Fondazione nel 2024. Sono arrivate molte proposte e ha vinto quella presentata da una coppia di architetti residenti a Londra (lei italiana e lui inglese) che racconterà Vico e l’Inghilterra. L’inaugurazione è prevista per il 10 aprile.

Come sempre durante il Salone la mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 11 alle 20 senza prenotazione e senza biglietto di ingresso. Per quei giorni abbiamo in programma anche delle visite guidate alla Torre al Parco, che è stata appena rinnovata e ristrutturata con un progetto estremamente rispettoso dell’originale. Il tema della conservazione dell’architettura del secondo dopoguerra a Milano è un argomento molto discusso e siamo soddisfatti che in questa occasione le cose siano state fatte bene. Le visite sono realizzate in collaborazione con Ad Urbem, una piattaforma che promuove la conoscenza e la diffusione dell’architettura moderna milanese.

Siamo anche coinvolti in una piccola mostra a Trieste, che rientrerà nel palinsesto dei festeggiamenti per il centenario dalla nascita di Franco Basaglia.


Margherita Pellino ha iniziato a lavorare all’inventariazione del fondo archivistico “Studio Magistretti” nel 2007. Da allora è la responsabile dell’archivio storico della Fondazione Vico Magistretti, si occupa delle visite guidate al pubblico, segue e coordina la progettazione e la realizzazione di eventi e mostre. Dal 2022 è la direttrice della Fondazione.