Dopo che la Francia ha adottato l'Iva al 5,5% su tutta la filiera dell'arte (a partire dal 1° gennaio 2025), anche in Italia si ipotizza quali sarebbero i pro e i contro per il mercato dell'arte. Su Il Sole 24 Ore di sabato 27 gennaio 2024, Franco Broccardi, partner dello Studio Lombard DCA, è intervenuto in un articolo a firma Marilena Pirrelli sull'argomento. In particolare, lo Studio ha realizzato una proiezione sul valore economico dei paesi Ue con Iva ridotta tra il 5 e il 10%, per capire qual è da un lato la perdita di gettito se l’Italia abbassasse l’aliquota al 5% – adottata solo da Cipro e Malta – e quali sarebbero le quote di mercato da conquistare per compensare il gettito mancante.

«Dopo la Brexit, la Francia, battendo sul tempo molti paesi europei, compresa l’Italia, conferma la sua importantissima posizione di leadership in Europa e pone le basi per nuove conquiste di fette di mercato – ha commentato Franco Broccardi. dottore commercialista, esperto in economia della cultura e partner Lombard DCA –. Qui, nel frattempo, aspettiamo la legge delega per capire se sapremo difendere gli interessi del nostro mercato dell’arte. Siamo in attesa di una seria indagine da parte del nostro legislatore, del resto non più tardi di qualche mese fa Federculture e la Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti hanno inviato al Ministero della Cultura una serie di proposte dedicate al mondo dell’arte.  L’abbassamento dell’Iva sulla filiera artistica, così come la possibilità di compensare l’Iva in dogana e un’opportuna tassazione delle transazioni tra i privati, permetterebbero una maggiore e più fluida circolazione dei beni artistici».